Introduzione
Insieme al suo predecessore - Il richiamo della foresta (1903) - Zanna Bianca (nel titolo originale, White Fang), che fu pubblicato a puntate nella rivista «Outing» nel 1906, è indubbiamente l’opera più nota dello scrittore americano Jack London (1876-1916). All’enorme successo di pubblico del romanzo - solo in Italia si contano ben ventidue edizioni di Zanna Bianca - si accompagna un giudizio piuttosto severo da parte della critica, che considera London un autore poco sofisticato, a tratti schematico e ideologicamente poco solido. Egli rimane tuttavia un grande romanziere d’avventura, capace di creare alcuni miti romantici come quello della frontiera, della natura selvaggia del Nord, dell’antitesi tra Civiltà e Natura.
Trama
Il romanzo, ambientato nelle gelide foreste nordamericane dello Yukon, si suddivide in quattro parti. Nella prima, che inizia nel 1893, due cercatori d’oro, Henry e Bill stanno tentando faticosamente di riportare verso la civiltà con una slitta trainata da sei cani il corpo di Lord Alfred. Il momento della spedizione è drammatico poiché, oltre a dover fronteggiare la carestia di cibo, i due sono a corto di munizioni e non sanno come fronteggiare il branco di lupi che li insegue e li assale di continuo; tra questi, c’è la lupa Kiche (incrociata con una cagna) che si distingue per particolare forza e ferocia. Nel corso del duro cammino, Bill e quattro cani vengono uccisi e divorati dai lupi. mentre Henry, che già si è rassegnato ad una fine amara, viene salvato all’ultimo da un’altra spedizione, che scaccia il branco.
La seconda parte del romanzo segue allora le avventure e le battute di caccia all’alce del branco di Kiche, addottandone il punto di vista; quest’ultima, alla ricerca di un compagno, si accoppia con il Guercio, un lupo forte e coraggioso, che ha perso un occhio in uno dei moltissimi combattimenti sostenuti. Kiche partorisce così una cucciolata di cinque piccoli, che però muoiono tutti per il gelo invernale tranne uno solo: un lupacchiotto grigio. Per giunta il Guercio, nel tentativo di difendere la tana di Kiche, viene ucciso in combattimento da una lince. Kiche, per vendicarsi e garantire al tempo stesso la sopravvivenza della sua famiglia, uccide prima i cuccioli della lince e poi la lince stessa, al termine di una sanguinaria lotta che la lascia seriamente ferita. La storia di Zanna Bianca ha una svolta nell’incontro con un gruppo di cinque indiani: uno di questi, chiamato Castoro Grigio, riconosce nella madre del protagonista il cane del fratello, fuggito tempo prima per una grave carestia. L’indiano si impossessa della madre e di Zanna Bianca, battezzato così per il colore bianchissimo dei suoi denti, assai raro tra i lupi selvatici. Kiche viene presto rivenduta e Zanna Bianca, orfano, è disprezzato e maltrattato da tutti gli altri cani del campo indiano (e in particolare dal caposlitta Lip-Lip, un husky), che vedono in lui solo un lupo. Il protagonista cresce così selvaggio e solitario, ma sviluppa anche doti di forza, velocità e resistenza sopra la media: Mith-Sah, figlio di Castoro Grigio, lo addestra a diventare un perfetto cane da slitta e Zanna Bianca si vendica così di Lip-Lip, uccidendolo e proclamandosi capobranco. Castoro Grigio conduce dunque il suo cane a Fort Yukon, per cederlo a uno dei cercatori d’oro che frequentano la città; tuttavia Smith il Bello 1 inganna l’indiano facendolo ubriacare e si appropria di Zanna Bianca. Il suo obiettivo è trasformare il lupo in un perfetto cane da combattimento, tanto da torturarlo ferocemente per incattivirlo e vincere ogni scommessa. Zanna Bianca si rivela un eccellente combattente e sconfigge tutti gli avversari; un giorno però, il potente bulldog Cherokee resiste ai suoi attacchi e, abbattendolo a terra, inizia a soffocarlo con la mascella. Interviene allora Weedon Scott, che libera Zanna Bianca, picchia Smith il Bello e, minacciandolo di denunciare i suoi loschi affari, si porta via il cane-lupo.
Comincia qui il lungo e laborioso percorso di rieducazione di Zanna Bianca, che finora ha conosciuto solo la violenza degli uomini e degli animali e deve scoprire l’affetto e i buoni sentimenti. Weedon riesce a guadagnarsi la fiducia di Zanna Bianca ma, ad un certo punto, decide di tornare nella natia California. Pur a malincuore, Weedon decide di abbandonare Zanna Bianca, temendo che un lupo come lui non potrà adattarsi alla vita civile in California. Il protagonista tuttavia sfonda un vetro e insegue il suo padrone fin sul battello che lo riproterà a casa, convincendolo a portarlo con sé nella tenuta del padre. In California, Zanna Bianca diventa un cane da guardia e trova una compagna in Collie. Tuttavia, i pericoli non sono finiti: l’evaso Jim Hall vuole vendicarsi del padre di Weedon e fa irruzione nella casa degli Scott; Zanna Bianca, pur ferito gravemente, riesce a uccidere il fuorilegge e a salvare la sua famiglia.
Ripresosi dalle ferite, Zanna Bianca diventa padre di sei cuccioli e vive felice con Collie.
Darwinismo e natura selvaggia
È cosa molto comune per un intellettuale e scrittore come Jack London, formatosi tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, essere esposto alle idee di Charles Darwin, Karl Marx e Friedrich Nietzsche; di conseguenza, l’insieme di questo teorie si rintraccia anche in Zanna Bianca (oltre che nel resto della produzione di London), anche se l’interpretazione e la riformulazione da parte dell’autore saranno sempre abbastanza superficiali, se non addirittura grossolane. Infatti i concetti-chiave del darwinismo sono riletti da London alla luce di un vago superomismo nietzschiano 2 Così avviene per la teoria della “selezione naturale” in cui solo gli individui che si adattano meglio all’ambiente circostante riescono a sopravvivere. Il concetto che ne deriva di “sopravvivenza del più adatto” - e non necessariamente del migliore, la formula originaria è infatti: “the survival of the fittest” - si adatta perfettamente alla storia di Zanna Bianca, la cui genealogia sembra essere segnata del tutto dal sistema della selezione naturale: mamma lupa, Kiche, e il padre, il Guercio, sopravvivono alle condizioni imposte dalla natura, alle carestie, alle violenze di Castoro Grigio e di Lip-Lip. Il meccanismo è sempre quello della sopraffazione del più forte sul più debole, almeno sino a quando Zanna Bianca non conosce Weedon; l’originalità di London sta nel rappresentare questa legge di vita dal punto di vista del lupo, raffigurandone i pensieri, le idee e il suo modo di guardare gli altri animali e gli uomini.
Non meno importante, per il sistema d’idee di London, è la fascinazione per la natura selvaggia (“the wild”, nell’originale) dell’estremo Nord, per i suoi contrasti e per la sua cruda bellezza. È un tema che London condivide con altri scrittori americani a cavallo tra Ottocento e Novecento, come Stephen Crane (1871-1900) e Frank Norris (1807-1902) e che si può collegare con l’ansia per la progressiva distruzione della mondo naturale e per l’avanzamento della civiltà e del progresso, che, pur recando innegabili benefici, spesso obbediva solo alle leggi del denaro e non a quelle di uno sviluppo sostenibile. In London, quest’atteggiamento si mescola con quello tipicamente tardo-romantico di protesta contro le ingiustizie della società moderna, schiava del mercato e del capitale.
Bibliografia:
J. London, I grandi romanzi e racconti, Roma, Newton Compton, 2011.
G. Fofi, Premessa a "Zanna Bianca", in J. London, I grandi romanzi e racconti, Roma, Newton Compton, 2011.
F. e A. Quilici, Jack London: cercatore d’oro e d’avventura, Casale Monferrato, Piemme, 2000.
I. Stone, Jack London. L’avventura di uno scrittore, Roma, Editori Riuniti, 1979.
1 Il soprannome di questo personaggio è antifrastico, in quanto Smith è di aspetto deforme.
2 Nel corso della sua carriera di scrittore, London ebbe un rapporto di odio-amore verso Nietzsche tanto da scrivere in una lettera a fine della propria vita: “Ho fatto tanti e tanti libri che hanno mancato il loro scopo. Tanti anni fa, al principio della mia carriera, ho attaccato Nietzsche e la sua teoria del superuomo. Tante persone hanno letto Il lupo dei mari e nessuno s’è accorto che era un attacco alla filosofia del superuomo”. Tuttavia, i suoi personaggi maschili mostrano quanto London subì enormemente il fascino del filosofo tedesco.