Lettura e analisi del sonetto A Zacinto di Ugo Foscolo, a cura di Matteo Pascoletti.
A Zacinto è uno dei sonetti più famosi di Foscolo, composto nel 1803, quindi presente solo dalla seconda edizione della raccolta poetica. In questo componimento viene celebrato l'isola greca di Zacinto (Zante), luogo di nascita di Foscolo, che fu costretto ad abbandonare. Il poeta tuttavia non celebra soltanto la sua patria, ma anche la Grecia classica, attraverso figure mitiche che incarnano i valori della classicità e di Foscolo: Venere, simbolo della bellezza, Omero, poeta come Foscolo e infine Ulisse, che come il poeta fu costretto all'esilio, ma diversamente riuscì poi a tornare ad Itaca. Il sonetto si chiude con la previsione della morte di Foscolo lontana da Zacinto. Il fato, infatti, "prescrisse" questa "illacrimata sepoltura".
Centrale è l'elemento dell'acqua, sia a livello tematico, sia sul piano stilistico. Nel sistema di rime, per esempio, si trovano le parole-rima "acqua" e "onde". "Onde" che viene esteso foneticamente a tutto il componimento attraverso l'assonanza, cioè la ripetizione in altre parole delle stesse vocali (vv. 1-2 "sponde" e "ove"). L'acqua, a livello tematico, è un elemento di continuità, da cui nasce la bellezza, Venere, che con il solo sguardo infonde bellezza a tutto il creato. Bellezza a cui Il poeta, per nascita, avverte di essere legato intimamente; Foscolo si sente biograficamente il tramite tra due tradizioni. Questo aspetto è presente anche nell'ode All'amica risanata, composta in quel periodo, ma in questo caso centrale è l'elemento dell'aria. Si può comprendere, quindi, che il tema della nostalgia, vista attraverso il mito, corrisponde a una profonda esigenza del sentire foscoliano.