Niccolò Ugo Foscolo nasce a Zante, un’isola greca nel mar Ionio al cui ricordo dedicherà il sonetto A Zacinto, il 6 febbraio 1778. Il padre Andrea è un medico veneziano, mentre la madre Diamantina Spathis è di origine greca: l’origine e il collegamento ideale con la poesia di Omero e di Teocrito saranno sempre un punto fisso per Foscolo. Nel 1785 la famiglia si trasferisce a Spalato, a seguito della professione di Andrea Foscolo, che però muore nel 1788. Foscolo e la madre nel 1792 si spostano a Venezia, dove il giovane Ugo frequenta la scuola di San Cipriano a Murano e la Biblioteca Marciana, entrando in contatto con alcuni importanti intellettuali e letterati del tempo, tra cui Melchiorre Cesarotti e Ippolito Pindemonte, oltre a Isabella Teotochi Albrizzi, di cui il poeta si innamora. In questi anni Foscolo inizia la propria formazione poetica, con la lettura dei classici greci, latini (in particolare Tibullo, Ovidio e Orazio) e italiani (tra cui Dante, Parini, Alfieri, oltre a Vincenzo Monti) e la scoperta del pensiero degli illuministi e di Jean-Jacques Rousseau. Sotto l’influsso delle idee giacobine, Foscolo si avvicina anche alla politica, coltivando gli ideali di libertà e indipendenza nazionale. Tutto ciò confluisce nei primi testi letterari, ancora influenzati dal Classicismo e dall’Arcadia. Nel 1797 va in scena a Venezia la tragedia Tieste, composta secondo lo stile e i moduli alfieriani: l’opera ha successo ma il contenuto dell’opera mette l’autore in cattiva luce presso il governo veneziano. Foscolo fugge così a Bologna, dove si arruola nell’esercito napoleonico e pubblica l’ode A Bonaparte liberatore.
Le convinzioni del poeta subiscono un duro contraccolpo il 17 ottobre 1797, quando Napoleone con il Trattato di Campoformio cede Venezia all’Austria: Foscolo si autoesilia a MIlano, dove conosce Giuseppe Parini (la scena è trasposta in un famoso capitolo delle Ultime lettere di Jacopo Ortis) e Vincenzo Monti, innamorandosi della moglie di quest’ultimo. Nel 1798 è a Bologna, dove si arruola volontario nella Guardia Nazionale, guadagnandosi negli anni successivi il grado di capitano per le ferite riportate in alcune battaglie. Nel 1799 esce la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, contrarie alla volontà dell’autore perché portate a termine da Angelo Sassoli per aggirare i vincoli della censura politica. Sempre in quell’anno Foscolo ripubblica l’ode A Bonaparte liberatore, facendola però precedere da una dedica assai polemica nei confronti del generale francese, e compone l’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Tra 1800 e 1801 stringe un legame amoroso con Isabella Roncioni, che è una delle fonte di ispirazione per il perrsonaggio di Teresa nel romanzo. Nel 1801 Foscolo torna a Milano, dove ha una relazione con la nobildonna e intellettuale Antonietta Fagnani Arese, alla quale dedicherà nel 1803 l'ode Alla amica risanata. Nel 1802 Foscolo porta a termine le Ultime lettere di Jacopo Ortis e nel 1803 pubblica l’edizione delle Poesie, in cui confluiscono le due odi e i sonetti scritti in questi anni, tra cui anche quelli più celebri (il sonetto-autoritratto Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, Alla sera, A Zacinto, In morte del fratello Giovanni). Segue il commento alla Chioma di Berenice, simbolo della cultura classica del poeta.
Nel 1804 il poeta si sposta in Francia, per prestare servizio sotto l’armata napoleonica contro l’Inghilterra, sulle coste della Manica. Qui il poeta traduce dal greco l’Iliade e dall’inglese il Viaggio sentimentale di Laurence Sterne e ha una figlia da una donna inglese. Nel 1806 Foscolo torna a Venezia dopo la caduta del dominio austriaco; qui ritrova Cesarotti, la Albrizzi e Pindemonte. Dai colloqui avuti durante questo soggiorno e dopo la pubblicazione dell’editto di Saint Cloud, Foscolo coglie l’ispirazione per il carme Dei sepolcri. Dal 1808 Foscolo è docente di Eloquenza all’Università di Pavia, dove nel 1809 tiene un importante discorso accademico intitolato Dell’origine e dell’ufficio della letteratura. L’incarico tuttavia gli viene presto revocato, anche per i cattivi rapporti con il regime napoleonico. Il rapporto tra Foscolo e il potere peggiora ulteriormente nel 1811, alla rappresentazione a Milano della tragedia Aiace. Tra 1812 e 1813 vive tra Bologna e Firenze, lavorando ad una nuova tragedia (la Ricciarda) e al poemetto delle Grazie e pubblicando la Notizia intorno a Didimo Chierico, un’opera ironica e pseudo-autobiografica cui, insieme con il Sesto tomo dell’Io, Foscolo lavora già da anni.
Alla caduta di Napoleone nel 1814 e al conseguente ritorno degli austriaci a Milano, Foscolo rifiuta i compromessi con il potere asburgico, che pure vorrebbe assegnarli la direzione di una prestigiosa rivista, la «Biblioteca Italiana». Nella notte tra il 30 e il 31 marzo il poeta abbandona per sempre l’Italia, riparando prima in Svizzera (dove nel 1816 pubblica la terza edizione dell’Ortis e l’Hypercalypseos liber singularis, un’opera amaramente satirica contro i letterati che si asserviscono al potere) e poi esiliandosi a Londra, a partire dal settembre del 1816. Gli anni inglesi, continuamente tormentati dalle ristrettezze economiche (anche per lo stile di vita dispendioso del poeta), vedono Foscolo riavvicinarsi alla figlia Mary e dedicarsi all’attività di critico letterario, con un importante saggio sulla poesia di Petrarca e altri interventi sulla lingua e la letteratura italiana. Dopo alcuni guai giudiziari per debiti che lo conducono anche in carcere, Foscolo si ritira a Turnham Green (Chiswick), nei pressi di Londra. Qui il poeta, malato di idropisia, muore il 10 settembre 1827.
Nel 1871 le sue ceneri verranno trasferite nella Basilica di Santa Croce, a Firenze.