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Foscolo, "Notizia intorno a Didimo Chierico": riassunto e commento

Introduzione

 

La Notizia intorno a Didimo Chierico è un testo in sedici brevi capitoli che Ugo Foscolo pubblica nel 1813 come introduzione alla sua traduzione del Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l'Italia (nel titolo inglese: Sentimental Journey through France and Italy, 1768) di Laurence Sterne (1713-1768). La Notizia presenta l’eccentrica figura di Didimo Chierico, che è una controfigura pseudoautobiografica di Foscolo, con cui l’autore riconsidera ironicamente le proprie esperienze e - in particolar modo - il personaggio di Jacopo Ortis nel romanzo omonimo.

 

Analisi e commento: il Sesto tomo dell’io e la Notizia intorno a Didimo Chierico

 

La traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale di Sterne impegna Foscolo a fasi alterne dal 1805 al 1812 e prende le mosse - per temi e stili della Notizia - da un altro abbozzo di romanzo autobiografico, poi lasciato incompiuto, intitolato Sesto tomo dell’io e in cui la fonte primaria di ispirazione è l’opera più celebre e importanza di Sterne, ovvero il romanzo sperimentale Vita e opinioni di Tristam Shandy, gentiluomo (The Life and opinions of Tristam Shandy, Gentleman, pubblicato dal 1759 al 1767 e poi lasciato incompiuto). Il periodo di composizione dell’opera è collocabile tra il 1799 e il 1801. Nel Sesto tomo già emergono i toni pacati ed autoironici che caratterizzeranno il personaggio di Didimo; nel libro, il narratore in prima persona si fa chiamare Lorenzo (come il destinatario delle lettere di Jacopo) e tiene una sorta di diario del suo ventitreesimo anno di vita, scandito da una serie di eventi apparentemente slegati tra loro, tra cui un dialogo notturno con Diogene di Sinope 1, filosofo cinico del IV-III secolo a.C. sugli esiti infelici dell’impegno dell’uomo in politica e un resoconto della relazione passionale con tale Temira, dietro cui probabilmente si allude al legame tra Foscolo e Isabella Teotochi Albrizzi.

L’autobiografia fittizia di sé e la disseminazione di indizi sulla propria personalità è tuttavia ben più consistente con l’invenzione del personaggio di Didimo Chierico, che Foscolo, nella Notizia, rivela essere autore di ben tre opere: un Memoriale, il curioso e satirico Hypercalypeos liber singularis (Libro unico dell'Ipercalisse o più semplicemente Ipercalisse, in cui Foscolo-Didimo mette in ridicolo l’atteggiamento degli intellettuali succubi del potere politico) e appunto la traduzione del Viaggio sentimentale di Sterne. Didimo è fin da subito caratterizzato come un personaggio assai originale, che si fa portavoce dello scetticismo e del distacco ironico dell’autore rispetto ai sogni e alle illusioni giovanili. Il nome, che rimanda al grammatico e filologo Didimo Calcentero d’Alessandria (63 a.C. - 10 ca. d.C.), ironizza sul gusto erudito di Foscolo per la cultura classica, come traspare dal Commento alla Chioma di Berenice e dai Sepolcri. Il cognome è invece un segno dell’identità duplice del personaggio: egli infatti confessa di essersi avviato alla professione di chierico, ma di aver in seguito deciso di seguire la propria “natura”, pur senza abbandonare del tutto i costumi del religioso. Didimo già si nutre degli ideali romantici di Nazione in opposizione al cosmopolitismo professato dagli illuministi, ma si tiene ben lontano dalle travolgenti passioni dell’anima o dalle dispute più accese. Didimo ha le proprie idee, ben salde, ma l’esperienza gli ha insegnato che non è utile né produttivo accalorarsi per difenderle. Come il narratore della Notizia sostiene, Didimo:

teneva irremovibilmente strani sistemi; non però disputava a difenderli; e per apologia a chi gli allegava evidenti ragioni, rispondeva in intercalare: opinioni.

L’originalità di questo personaggio, che ha vissuto una giovinezza febbrile e col tempo ha adeguato i suoi atteggiamenti alla “prudenza mondana” ma “senza fidarsene”, sta appunto nella sua lucidità intellettuale e nel suo gusto per il paradosso. A differenza di Jacopo Ortis, che esterna tutto il proprio mondo interiore in scene melodrammatiche e a tinte forti,Didimo custodisce dentro di sé le passioni e i giudizi più profondi, coltivando così una saggezza scettica che, alla ricerca della verità, gli fa preferire un più cauto e distaccato approdo a ciò che è “probabile”. La narrazione in terza persona della Notizia sottolinea ed esalta l’atipicità di Didimo: il narratore prova infatti a definirlo, ma - come egli stesso ammette - le sue possono essere solo “congetture”, poiché ogni faccia del carattere di Didimo pare temperata da un’altra. In un certo senso, Didimo rimane un enigma anche per il narratore:

Rammentava volentieri la sua vita passata, ma non m’accorsi mai ch’egli avesse fiducia ne’ giorni avvenire o che ne temesse. [...] Ammirava assai; ma più con gli occhiali, diceva egli, che col telescopio: e disprezzava con taciturnità sì sdegnosa da far giusto e irreconciliabile il risentimento degli uomini dotti. Aveva per altro il compenso di non patire d’invidia, la quale in chi ammira e disprezza non trova mai luogo. [...] Parea verecondo, perché non era né ricco né povero. Forse non era avido né ambizioso, perciò parea libero. Quanto all’ingegno, non credo che la natura l’avesse moltissimo prediletto, né poco. Ma l’aveva temprato in guisa da non potersi imbevere degli altrui insegnamenti; e quel tanto che produceva da sé, aveva certa novità che allettava, e la primitiva ruvidezza che offende.

Didimo è quindi una figura complessa, a metà strada tra vita e letteratura: da un lato ci sono tracce della sua fisionomia già nelle lettere di Foscolo, ma dall’altro non mancano i collegamenti intertestuali con l’opera di Sterne di cui il protagonista si dichiara traduttore. Anche il Viaggio sentimentale è infatti un’opera ironica, con una forte componente sperimentale e metaletteraria: l’autore riprende il genere della “letteratura di viaggio”, sviluppatasi nel corso del Settecento sulla scia della moda del Grand tour (ovvero il viaggio di formazione dei giovani rampolli nobili in Francia e in Italia per completare la propria formazione culturale), per capovolgerne le caratteristiche. Il protagonista è l’ingenuo Yorick 2, il parroco di campagna che già troviamo nelle pagine del Tristam Shandy. Le avventure di Yorick, che mescolano elementi patetici ed elementi comici, svelano la reale finalità “educativa” del viaggio: non tanto la descrizione di luoghi e spazi, quanto piuttosto la riflessione, ironica e disincantata, sulla natura umana (così come Didimo e la Notizia sono una rilettura di se stesso e del proprio Ortis da parte di un autore più maturo e consapevole). Anche lo stile e la struttura dell’opera sono modellate sull’esempio del Viaggio sentimentale: anche la Notizia infatti ha una struttura molto particolare, caratterizzata delle rapide transizioni di genere e di tono tra un episodio e l’altro, dai molti dialoghi che spezzano e frammentano la trama, dall’intersezione e sovrapposizione dei piani temporali.

1 Dietro questo personaggio la critica ha individuato Francesco Lomonaco (1772-1810) intellettuale di formazione giacobina ed esule da Napoli dopo il crollo della Repubblica napoletana del 1799 nonché amico personale di Foscolo. Per Giuseppe Nicoletti, c’è un chiaro punto di contatto tra il Diogene del Sesto tomo e la figura di Giuseppe Parini nell’incontro con Jacopo Ortis nel romanzo: “Ben più evidenti appaiono invece i rapporti tra la figura di Giuseppe Parini, introdotta, come si è detto, per la prima volta nell’edizione del 1802 e quella di Diogene del Sesto tomo, [...]. Il compito che il Foscolo affida ad entrambi i personaggi è quello di smorzare l’illusoria aspirazione di un giovane, in tempi tanto calamitosi, a conseguire la gloria in campo aperto, combattendo per la libertà della patria” (G. Nicoletti, “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo, in Letteratura italiana. L’età moderna. Le opere 1800-1870, Torino, Einaudi, 2007, p. 69.).

2 Il nome è quello del famoso buffone dell’Amleto di Shakespeare.