La funzione eternatrice della poesia per Foscolo

Quale l'importanza di questo tema nella produzione foscoliana? Grazie in anticipo


il 27 Agosto 2015, da Valeria Rossi

luca ghirimoldi il 28 Agosto 2015 ha risposto:

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luca ghirimoldi il 29 Agosto 2015 ha risposto:

Ciao Valeria, possiamo sicuramente dire che la funzione eternatrice della poesia è uno dei temi fondamentali della poetica di Foscolo. In particolare, si tratta di una sorta di “costante” di tutta la sua produzione, che matura a poco a poco nel passaggio dalla produzione romanzesca di tono più romantico (come “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, di cui trovi qui tre videolezioni: https://library.weschool.com/lezione/foscolo-ultime-lettere-di-jacopo-ortis-personaggi-2280.html https://library.weschool.com/lezione/ugo-foscolo-lettere-napoleone-campoformio-2279.html https://library.weschool.com/lezione/ugo-foscolo-goethe-i-dolori-del-giovane-werther-confronto-1816-2281.html) a quella poetica. Già l’operazione fittizia di Lorenzo Alderani di raccolta e pubblicazione delle lettere dell’amico morto suicida c’è sotterranea l’idea che la letteratura debba tramandare ed eternare le gesta (anche dolorose e tragiche) di chi ha combattuto per grandi ideali (la Patria, la libertà nazionale, l’amore per Teresa). In questa prima parte, il ruolo della poesia si mescola con la corrente di cupo pessimismo, storico ed esistenziale, della visione del mondo dello scrittore, come si vede bene nell’episodio cruciale dell’incontro con Parini ( https://library.weschool.com/lezione/jacopo-ortis-politica-italiana-machiavelli-3259.html). Il ruolo eternante della poesia acquista però pieno valore con la pubblicazione delle “Poesie” nel 1803. Già nelle due “Odi” (“A Luigia Pallavicini caduta da cavallo”, “All’amica risanata”) si affaccia il tema caro al poeta; in particolare, la seconda parte del testo è dedicata a illustrare come la poesia possa rendere una donna mortale simile a una dea (qui trovi parafrasi e commento dettagliato del testo: https://library.weschool.com/lezione/poesie-ugo-foscolo-ode-all-amica-risanata-parafrasi-8540.html https://library.weschool.com/lezione/foscolo-poesie-odi-a-luigia-pallavicini-caduta-da-cavallo-all-amica-risanata-3240.html). Foscolo - a testimonianza di come il motivo gli stia particolarmente a cuore - riprende questo tema anche in alcuni dei sonetti maggiori, come in “A Zacinto”, dove la memoria dell’infanzia, il senso di solitudine dell’esule e la funzione della poesia (per il tramite di Omero) diventano tutt’uno, come ai vv. 6-9: “[...] onde non tacque | le tue limpide nubi e le tue fronde | l’inclito verso di colui che l’acque | canto fatali [...]” (qui trovi parafrasi e analisi del testo: https://library.weschool.com/lezione/poesie-foscolo-a-zacinto-parafrasi-testo-figure-retoriche-ulisse-3273.html https://library.weschool.com/lezione/ugo-foscolo-patria-zante-ulisse-2253.html). Sono poi i “Sepolcri” ( https://library.weschool.com/lezione/carme-dei-sepolcri-parafrasi-ugo-foscolo-8506.html) a completare questo itinerario: nel carme sulla sepoltura dei morti, quella poetica è l’ultima e la più “alta” delle funzioni associate al “sepolcro”. La sublimazione della poesia permette infatti ai mortali di vivere in eterno nel ricordo non solo dei loro cari, ma di tutti gli uomini. La precarietà e le illusioni della vita sono così vinte dalla poesia, che rende immortale l’oggetto del proprio canto e i valori ad esso associati. L’esempio più lampante è quello di Ettore, l’eroe troiano che sacrifica la propria vita per amor di patria: “E tu, onore di pianti, Ettore, avrai, | ove fia santo e lagrimato il sangue | per la patria versato, e finchè il Sole | risplenderà su le sciagure umane” (vv. 292-295). Il tema della funzione eternatrice della poesia torna anche nel poemetto incompiuto sulle “Grazie” ( https://library.weschool.com/lezione/le-grazie-di-ugo-foscolo-analisi-e-poetica-2254.html https://library.weschool.com/lezione/foscolo-grazie-nascita-del-poema-e-spiegazione-2099.html), dove si unisce con l’altra grande funzione della poesia per Foscolo, quella civilizzatrice. Se sei interessata, qui c’è il nostro corso completo su Foscolo e le sue opere: https://library.weschool.com/corso/poetica-ugo-foscolo-odi-sonetti-jacopo-ortis-sepolcri-3241.html Fammi sapere se è tutto chiaro, un saluto e buona serata! :)


Tutto chiaro, grazie mille! :) Altre 2 cose se puoi rispondere: è giusto dire che l'apporto personale di Foscolo rispetto a questo tema è il compito del poeta di risvegliare nel presente i valori del passato per crearne di nuovi? E poi qual è l'ambiente culturale da cui Foscolo prende il tema della poesia eternatrice? Scusa il disturbo - Valeria Rossi 28 Agosto 2015

Ciao Valeria, nessun disturbo, figurati! :) Parto dalla seconda domanda: l’ambiente o il clima storico-culturale da cui Foscolo attinge per la sua idea di poesia come eternatrice dei più alti valori umani è quello assai complesso del passaggio di secolo (tra Settecento e Ottocento) in Italia, a cavallo tra la lezione del Neoclassicismo ( https://library.weschool.com/lezione/vincenzo-monti-ippolito-pindemonte-riassunto-neoclassicismo-7583.html) e la nascente sensibilità romantica ( https://library.weschool.com/lezione/romanticismo-riassunto-arte-letteratura-filosofia-musica-romanticismo-italiano-14735.html). Si tratta di un periodo determinante, perché alla prima formazione culturale di Foscolo (in buona parte da autodidatta, sui classici latini e italiani) si sommano gli eventi storici che lo coinvolgono direttamente: la passione rivoluzionaria e l’iniziale entusiasmo per le idee della Rivoluzione francese e per Napoleone (qui il nostro corso completo: https://library.weschool.com/corso/rivoluzione-francese-e-l-et%C3%A0-napoleonica-9040.html) si traducono presto nella cocente delusione per il Trattato di Campoformio (1797) e per i problemi personali del primo decennio dell’Ottocento (la morte del fratello nel 1802, la difficoltà ad inserirsi nella vita associata con un’occupazione stabile, la soppressione della cattadra universitaria di Pavia che gli era stata assegnata nel 1808). In questo senso, in modo coerente con lo sviluppo della sua poetica, Foscolo scopre nell’arte (e nello specifico nell’ispirazione poetica) il tramite per sublimare le passioni individuali e per astrarre dal flusso storico, fonte di amarezze e delusioni, ciò che deve sopravvivere all’esistenza individuale. Ma in tutto questo (e passo alla prima domanda) la “missione” della poesia non è mai scissa o svincolata dal mondo reale: come Foscolo spiega molto bene nella “Orazione inaugurale” del gennaio 1809 a Pavia, la letteratura deve sempre avere una missione politico-civile e sollevare gli animi degli uomini e i loro sentimenti a grandi azioni. La classe degli intellettuali, per Foscolo, ha senso e scopo di esistere se si fa portatrice dei valori fondanti della società, che devono essere trasmessi nel tempo. Si tratta ovviamente di una posizione romantica e un po’ idealistica, ma è di certo l’apporto più personale di Foscolo ad un topos letterario ( https://library.weschool.com/definizione/topos.html) che è vecchissimo: l’idea che la letteratura “eterni” la realtà e la rende immortale affonda le proprie radici fino nella cultura classica (e non è un caso che in chiusura dei “Sepolcri” la figura evocata a fianco di Ettore sia proprio Omero, considerato come il poeta per eccellenza). Un saluto e buona serata! - luca ghirimoldi 28 Agosto 2015

Simona Polini il 21 Maggio 2017 ha risposto:

la funzione della poesia. La quarta parte del carme propone un tema nuovo: alla funzione delle tombe, nel serbare la memoria e nel perpetuare i valori della civiltà, si affianca quella della poesia. L'accostamento della poesia alle tombe era già comparso implicitamente nell' evocazione di Parini, nell' esempio del «liberal carme» di Foscolo stesso, di Alfieri. La poesia e il tempo distruttore Qui il discorso si fa esplicito. Se le tombe hanno il compito di vincere l'opera distruttrice della natura e del tempo, che tutto trasforma e cancella, anch'esse, in quanto oggetti materiali, sono sottoposte a quest'opera di distruzione. La loro funzione è quindi limitata nel tempo. Ma quando esse saranno scomparse, tale funzione sarà raccolta dalla poesia: la parola poetica non è sottoposta alle leggi materiali, quindi la sua armonia può sfidare i secoli, vincere il silenzio a cui sono destinate le opere umane, conservando in eterno il ricordo. La crisi del ruolo tradizionale del poeta La funzione della poesia è un motivo intorno a cui continuamente si esercita la riflessione di Foscolo. In effetti egli vive in un'epoca in cui è entrato in crisi, in seguito ai grandi rivolgimenti che l'Italia ha subito nell'età rivoluzionaria e napoleonica, il ruolo tradizionale del poeta fissato nella civiltà del Rinascimento: il ruolo del poeta cortigiano che si rivolge ad un'élite aristocratica; né ancora, in questa età di trapasso, si è delineato in Italia il nuovo committente, la borghesia, e il nuovo ruolo intellettuale, quello di esprimerne i valori (oppure di rifiutarli: vedremo l'atteggiamento di rivolta di molta letteratura ottocentesca). Foscolo non scrive più per il vecchio pubblico, ma non ha ancora ben delineato dinanzi a sé il nuovo, borghese e nazionale. Per questo assegna alla poesia una funzione profetica, ed insiste sulla sua azione nel lungo corso dei secoli futuri: non potendo rivolgersi ad un pubblico presente e ben definito, il poeta parla alle generazioni a venire, per stimolare la coscienza nazionale e spingere all'azione generosa. A tal fine deve anche collegarsi al passato, alla grande tradizione in cui solo vi sono le radici della dignità nazionale, e cercare di mantenerne viva la memoria. La meditazione sulle tombe e sulla poesia nei Sepolcri non è quindi la ripetizione di luoghi comuni retorici, ma è lo strumento per mettere a fuoco problemi vivi in un'età tra vagliata e difficile. Le civiltà che scompaiono I versi 235-295, che concludono il carme, sono una vasta esemplificazione del motivo della poesia che raccoglie l'eredità delle tombe nel perpetuare la memoria. Vi si delinea l'immagine delle grandi civiltà che cadono in rovina e scompaiono per l'azione del tempo che tutto trasforma. L'esempio è ancora tratto dalla storia di Troia, come nei versi 213-225, in cui si rievocano gli «antichi fatti» di Aiace, delle armi di Achille, di Ulisse. Cassandra, conducendo i giovinetti a venerare i sepolcri degli antenati, profetizza la prossima rovina della città; ma un poeta, Omero, si ispirerà alle tombe dei padri di Troia, tramandando il ricordo di quella civiltà scomparsa. La poesia e il ricordo degli sconfitti La funzione della poesia così si specifica ulteriormente. Omero canta non solo gli eroi greci vincitori, ma anche i Troiani sconfitti, e perpetua il ricordo di chi è morto per la patria: la poesia non ha solo il compito di conservare la memoria delle azioni gloriose, ma deve serbare anche il ricordo degli sconfitti, delle sofferenze, delle sventure, del sangue versato; non deve solo stimolare all'azione eroica attraverso l'emulazione, ma anche destare sentimenti più miti, la compassione e la solidarietà per le sventure e le sofferenze. Anche questa è una funzione civile per Foscolo, perché questi valori sono essenziali per la costruzione della civiltà, in opposizione agli istinti feroci e belluini che sono propri della natura umana. È un tema molto caro a Foscolo e su di esso si chiude il carme. Omero Anche in questa quarta parte spicca la figura di un poeta, come era avvenuto nella prima con Parini, nella seconda con Foscolo stesso, nella terza con Alfieri; e, come in precedenza, si tratta di una figura emblematica, che si armonizza con il tema trattato: se Parini e Foscolo costituivano esempi di poesia civile, Alfieri di poesia profetica e politica, Omero è il poeta nei cui versi si raccoglie e si tramanda tutta la tradizione di un popolo, che può sopravvivere così nel tempo.