I sofisti sono intellettuali a pagamento che si spostano ad Atene per educare alla politica e al dibattito i figli delle famiglie aristocratiche o emergenti. I più famosi sono Protagora di Abdera (486 a.C. - 411 a.C.) e Gorgia da Lentini (circa 485 a.C. - 375 a.C.). Il loro attacco alla filosofia precedente si muove su due fronti: contro il naturalismo e contro la scuola di Elea; i naturalisti dovrebbero piuttosto occuparsi dell’uomo, e d’altro canto i diversi punti di vista umani non possono mai rendere l’universalità dell’Essere eleatico.
Non vi è, per i sofisti, l'accesso ad una verità universalmente valida: "Di tutte le cose misura è l’uomo" dice Protagora; "Niente è, se anche qualcosa fosse non sarebbe pensabile, e se anche fosse pensabile non sarebbe comunicabile" sostiene Gorgia. Con queste parole il relativismo fa il suo ingresso in filosofia; ma accade anche altro: l’uomo, la dimensione politica, la comunicazione e la relazione vengono messi al centro della ricerca; ora il divenire non ha solo una dimensione naturalistica, ha anche una dimensione umana.
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master Redattori per l’informazione culturale nei media. Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.