"Chiare, fresche e dolci acque" di Petrarca: analisi e commento

Parafrasi Analisi

Lettura e analisi della canzone Chiare , fresche e dolci acque… di Francesco Petrarca, a cura di Andrea Cortellessa.

Chiare , fresche e dolci acque… è la canzone più celebre di Petrarca ed è la numero 126 del Canzoniere. Ha una struttura che diventerà canonica: cinque stanze, con alternanza tra endecasillabi e settenari.
Questa canzone è forse il componimento più innovativo di Petrarca, fondatore della poesia moderna sia per la sua sostanza psicologica, sia per il suo senso del paesaggio, caratteristiche che sono ben evidenti in questa poesia. Ma in Chiare , fresche e dolci acque… un ulteriore aspetto di modernità è la dialettica tra piani temporali: piano della memoria e piano del presente in cui avviene l'atto di memoria. Questa dialettica viene resa attraverso l'alternanza tra le stanze, il poeta costantemente va e viene tra il presente e il passato. La datazione della canzone è incerta e gli studiosi sono divisi in due scuole: i primi ritengono che sia uno dei primi componimenti pensati da Petrarca per il "Canzoniere", quindi risalirebbe agli anni '40 del XIV secolo; per gli altri il componimento risale agli anni '50 del Trecento. Tra i due periodi ipotizzati c'è il 1348, anno della morte di Laura. Nella terza stanza, nucleo emotivo della canzone, il poeta s'immagina Laura in visita al suo sepolcro. Quest'immagine acquista significati differenti in base alla diversa periodizzazione: nel primo caso si tratta di una fantasia luttuosa tipica del soggetto lirico, mentre nel secondo caso la canzone prefigura la morte di Laura all'interno della parte in vita (infatti la bipartizione tra vita di Laura e sua morte si colloca all'altezza del componimento 263), quindi una prefigurazione luttuosa della morte della donna, attraverso la morte del poeta. Questo gioco psicologico complesso è esposto dal punto di vista lessicale, timbrico e musicale in maniera molto lineare e limpida.


Chiare , fresche e dolci acque… è una canzone-manifesto: il luogo descritto da Petrarca rispecchia la chiarezza e la trasparenza espressiva della lingua nel rappresentare la complessità psicologica del poeta.
Il paesaggio è un'estensione della psicologia del soggetto, come avviene in molti dei componimenti petrarcheschi, ma in questo caso il soggetto proietta sul paesaggio l'identità dell'oggetto d'amore, cioè il fantasma di Laura.
Negli ultimi tre versi di congedo, Petrarca si rivolge direttamente al componimento, invitandolo ad uscire tra la gente.

Andrea Cortellessa è un critico letterario italiano, storico della letteratura e professore associato all'Università Roma Tre, dove insegna Letteratura Italiana Contemporanea e Letterature Comparate. Collabora con diverse riviste e quotidiani tra cui alfabeta2, il manifesto e La Stampa-Tuttolibri.