Pitagora e la scuola pitagorica: metempsicosi e dottrina della purificazione

Pitagora di Samo (circa 575 a.C. – circa 495 a.C.) è costretto, intorno al 540, a lasciare l’isola per motivi politici, stabilendosi a Crotone, in Magna Grecia. Qui fonda una comunità scientifica, religiosa e filosofica che svolge anche attività come partito politico aristocratico.
 
È difficile oggi distinguere, nei frammenti e nelle testimonianze in nostro possesso, tra l’insegnamento originale di Pitagora e le rielaborazioni posteriori, anche perchè è molto probabile che Pitagora non scrisse nulla. Sappiamo che il percorso dell’allievo/iniziato della scuola pitagorica si divideva in due fasi: gli "acusmatici", che obbedivano ai precetti senza conoscerne il vero motivo, e i "matematici", cui venivano rivelati i fondamenti del pitagorismo riguardanti la vicenda dell’anima e la teoria della metempsicosi, secondo cui l’anima accede alla vita beata dopo un ciclo di reincarnazioni nelle quali ha modo di purificarsi. La dottrina della purificazione proviene dall’ambiente orfico; l’innovazione apportata dai pitagorici sta nell’identificare la purificazione con la vita teoretica, con la ricerca scientifica e filosofica: nella speculazione pitagorica sono centrali il concetto di armonia del cosmo e l’aritmetica, e con essa la nozione di numero.
 
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.