Sulla scorta dell’Accademia antica, il Medioplatonismo e le correnti pitagoriche hanno elaborato un patrimonio di temi: la dottrina del principio, la gradazione dell’essere, il demiurgo, l’intelletto, l’anima del mondo. Questi temi convergono e trovano sistemazione nel Neoplatonismo.
Plotino (Licopoli, 203/205 – Minturno, 270) è considerato il maggiore dei neoplatonici. Per Plotino il principio è l’Uno, che è al di là dell’essere e dell’intelletto: la sua trascendenza è assoluta. Prima ipostasi, l’Uno non può coincidere con l’essere perchè è la fonte dell’essere. L’Uno si definisce solo per negazione, per opposizione a tutto ciò che è, compreso non solo il sensibile ma anche l’intellegibile. L’Uno è il Bene, ma non si può dire che l’Uno è buono, bensì che l’Uno e il Bene coincidono. L’Uno genera la realtà mediante emanazione, un movimento espansivo frutto della sua sovrabbondanza, e, superiore anche al pensiero, ha di sè una intuizione semplice, unitaria e immediata.
L’Intelletto, generato dall’Uno, è la seconda ipostasi e il primo essere: è il luogo delle idee, con la cui unità articolata esso si identifica. Rispetto all’Uno, nell’intelletto è già contenuta la duplicità tra ciò che pensa e ciò che è pensato, ed è contenuta la molteplicità delle idee. E, tuttavia, questa intelligenza va intesa come atto comprensivo e unitario del molteplice.
La terza ipostasi, l’anima, è concepita come un pensiero che si genera e si distacca dall’intelletto. L’anima è ciò che mantiene il rapporto tra il cosmo e il regno dell’intellegibile, e dunque all’Uno. In un versante superiore l’anima è prossima all’Intelletto; nella sua parte inferiore è anima del mondo: contiene il mondo e lo trattiene dal dissolversi seguendo la tendenza della materia alla dispersione.