Nel secondo capitolo di Senilità si evidenzia, per la prima volta, un’opposizione tra i due personaggi femminili, Angiolina, donna amata dal protagonista, e Amalia, sorella di Emilio. La prima appare una forza vitale, carica di bellezza e gioia, mentre la seconda rappresenta il triste nido familiare di Emilio, il grigiume della vita e il sacrificio della propria indipendenza per la famiglia. Il protagonista si trova così a confrontarsi con due mondi opposti: quello di Angiolina, fatto di libertà e passioni, e quello di Amalia, che imprigiona il protagonista nella solitudine. Emilio si abbandonerà totalmente alla passione, diventando vittima della donna amata, che si rivelerà poi una figura insidiosa e crudele. Angiolina infatti tradirà il protagonista, mentre Amalia sarà l'altra vittima di questa scelta, in quanto vivrà con dolore e gelosia gli attimi di apparente felicità del fratello. La descrizione stessa degli incontri tra Emilio e Angiolina incarna i sentimenti di indipendenza a gioia del protagonista:
Si trovavano sempre all’aperto. Amarono in tutte le vie suburbane di Trieste [...] Si baciavano lungamente, la città ai loro piedi, muta, morta, come il mare, di lassù niente altro che una grande estensione di colore misterioso, indistinto: e nell’immobilità e nel silenzio, città, mare e colli apparivano di un solo pezzo, la stessa materia foggiata e colorita da qualche artista bizzarro, divisa, tagliata da linee segnate da punti gialli, i fanali delle vie.
Emilio si abbandona totalmente in questa relazione, anche se, inizialmente, si era proposto di mantenere il rapporto con la donna libero e disimpegnato. Un’indole ingenua e sognatrice porta il protagonista a illudersi e a farsi ingannare da Angiolina, donna passionale e viziosa. Emilio è tuttavai disposto a “sacrificare ad Angiolina tutte le poche economie fatte nei lunghi anni della sua vita regolata”, credendola una giovane innocente e inesperta:
chi aveva insegnato ad Angiolina a baciare? Egli non rammentava più i primi baci ricevuti; allora, tutto occupato del bacio che dava, non aveva sentito, in quello che riceveva, altro che un dolce necessario complemento al suo, ma gli pareva che se quella bocca fosse stata tanto animata, egli ne avrebbe provata qualche sorpresa. Le aveva dunque insegnata lui quell’arte in cui egli stesso era novellino?
Questa relazione porta a un cambiamento nel comportamento di Emilio nei confronti della sorella, con la rottura del contatto affettivo tra i due:
Quando la sera sul tardi tornava a casa e la pallida sorella lasciava il lavoro per fargli compagnia a cena, egli ancora vibrante di commozione, non soltanto non sapeva parlare d’altre cose ma neppure gli riusciva di fingere un interessamento per le piccole faccende di casa che formavano la vita d’Amalia e delle quali ella soleva parlargli. Finiva ch’ella accanto a lui riprendeva il lavoro e restavano nella stessa stanza ognuno solo coi propri pensieri.
Amalia prova dunque un forte sentimento di gelosia e odio nei confronti di Angiolina, perché la vede come colei che le aveva rubato “la sua compagnia e conforto” e la persona con cui condivideva una vita rassegnata e solitaria all’interno del piccolo nucleo familiare. Questa consapevolezza la porta alle lacrime, che vengono intepretate dal fratello come un malessere fisico e non interiore, tanto che “al dolore d’Amalia s’aggiunse l’ira che egli così leggermente si lasciasse ingannare sulla causa delle sue lagrime; quella era la prova della più completa indifferenza”. Infine la donna esplode confessando il suo malessere, mentre Emilio si dimostra ancora una volta ingannato da se stesso e dalle sue fantasie:
invece di commuoversi s’adirò: egli aveva passata la sua gioventù solitario e triste; era troppo giusto che di tempo in tempo s’accordasse qualche svago. Angiolina non aveva importanza nella sua vita: era un’avventura che sarebbe durata qualche mese e non più.
Infine nel confortare la sorella in lacrime si abbandona nuovamente al pensiero della donna amata, e del suo sorriso, dimostrando la sua indifferenza di fronte alla sofferenza a solitudine della sorella, che ha sacrificato la sua indipendenza per badare alla casa in cui vivono insieme, vista ormai come triste e deprimente:
Il suo pensiero volò ad Ange! Come sapeva ridere a lungo, lei, con risate prolungate e contagiose, e sorrise egli stesso pensando che quelle risate avrebbero echeggiato in modo ben strano nella sua triste casa.
Il capitolo si chiude in questo modo e annuncia già come si svilupperà, in senso negativo, la vicenda: Amalia è vittima di se stessa e del fratello, ormai perso nelle sue illusioni; Emilio è vittima di se stesso e di una donna astuta e indifferente. Entrambi sono destinati a un’inevitabile sconfitta, alla morte o ad una vita di solitudine. Questi due personaggi incarnano la figura dell’inetto, entrambi incapaci di adattarsi alla contraddittoria e crudele realtà, ingannati da loro stessi e dagli altri.