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Manzoni e Wordsworth: la Prefazione alle "Lyrical Ballads"

Il tentativo di avviarsi ad una comprensione non superficiale della complessità e profondità (nonché bellezza) dell’opera manzoniana considerata nei suoi molteplici aspetti, deve necessariamente passare anche attraverso la focalizzazione del livello europeo cui essa si attesta.

Infatti tutta la produzione di Manzoni e la riflessione critica costante e problematica che la accompagna, si collocano all’interno di un orizzonte culturale che non riguarda solo la realtà italiana e lombarda, ma si collega alle istanze più vive ed innovative che la cultura europea ottocentesca andava elaborando in merito alla concezione dei contenuti, delle caratteristiche, delle forme espressive e delle finalità su cui doveva realizzarsi una letteratura che potesse dirsi veramente moderna ed attuale rispetto alle esigenze della società contemporanea.

Se, dagli Inni Sacri ai Promessi Sposi, il percorso di Manzoni è interpretabile, sotto alcuni aspetti, anche come una risposta alle esigenze di un profondo rinnovamento della tradizione letteraria Italiana che avevano trovato la più recente espressione all’interno della polemica romantica, occorre tenere sempre presente che tale percorso ha un significato di rilievo non solo per il contesto italiano, ma anche per il più ampio contesto europeo all’interno del quale le opere di Manzoni offrono proposte e soluzioni pertinenti ed attuali, spesso di assoluta eccellenza.

A titolo di semplice esemplificazione di quanto sopra, e senza alcune pretesa di sistematicità o esaustività dell’argomento, è utile sintetizzare il contenuto di tre testimonianze che, in momenti ed in contesti differenti, aiutano a mettere in luce la temperie culturale europea in cui si colloca Manzoni. In questa breve campionatura di testi i concetti che trovano riscontro nella poetica e nelle ragioni della produzione manzoniana saranno riportati in grassetto.

Il primo testo è costituito dalla Prefazione scritta da William Wordsworth nel 1800 e premessa alla seconda edizione delle Ballate liriche (Lyrical Ballads), manifesto della poesia romantica inglese, composte insieme a Taylor Coleridge.

In questo testo il poeta afferma di aver avuto come scopo nello scrivere le proprie poesie la volontà di rendere interessanti gli avvenimenti di tutti i giorni per rintracciare in essi le leggi fondamentali della natura umana, soprattutto per quanto riguarda l’associazione delle idee in uno stato di eccitazione emotiva. Tale progetto comporta una specifica scelta in merito all’argomento delle Ballate liriche, costituito, in generale, dalla vita umile e rurale, poiché in questo ambito sociale le passioni essenziali del cuore umano sono ritenute più schiette e soggette a minori costrizioni e condizionamenti. Esse pertanto a questo livello sociale parlano un linguaggio più semplice ed espressivo, data la maggiore vicinanza degli umili allo stato di natura ed alla sua immediata spontaneità. Questa opzione ha come conseguenza che la lingua utilizzata dal poeta sia proprio quella dei protagonisti delle liriche, per quanto opportunamente purificata da improprietà e da ciò che potrebbe causare avversione o disgusto. Wordsworth dichiara così di rifiutare il linguaggio poetico tradizionale perché costituito da arbitrarie e capricciose abitudini linguistiche che, nella loro intellettualistica artificiosità, risultano adatte ad un pubblico che non è quello reale.