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Plauto: vita e opere

Vita

 

 

 

Plauto nacque a Sarsina tra il 255 a.C. e il 250 a.C. e morì a Roma nel 184 a.C. (anno in cui Catone venne eletto Censore). Il suo vero nome è Titus Maccius Plautus: il primo è un prenome, gli altri due sono cognomi ovvero "soprannomi". Maccius infatti rimanda alla maschera dell'Atellana ("Maccus", il matto); Plautus, invece, o al fatto che avesse i "piedi piatti", oppure per il fatto che, durante le farse, recitasse scalzo. Plauto, secondo Varrone, iniziò la carriera come schiavo addetto alla macina di un mulino, dopo aver perso tutto il denaro raccolto attraverso le attività mercantili. Fu, inoltre, il primo poeta latino a scrivere palliate: sono state trovate circa centotrenta commedie sotto il suo nome, ma Varrone ne riconobbe solo ventuno genuine e venti dubbie. Scrisse dall'età della seconda guerra punica (218 - 201), circa, fino a poco prima della sua morte (185).

 

 

 

Temi e caratteri delle commedie

 

 

 

Data di fondamentale importanza per la composizione delle sue opere fu il 17 Dicembre 217 a.C. anno in cui venne rifondata la festa dei Saturnali. Ispirandosi a questa celebrazione scelse come protagonisti coloro che vengono tradizionalmente collocati ai margini della società romana: adulescentes, parassiti e schiavi. Si instaura assieme a questa gerarchia rovesciata, la concezione del "metateatro", ovvero "teatro nel teatro". I protagonisti programmano, infatti, uno scherzo (e cioè, una "finzione", una "messa in scena"), all'interno della commedia stessa (Questo verrà poi utilizzato da Pirandello, per esaltare maggiormente il realistico dal irreale; o da Shakespeare). Ciò emerge sopratutto in commedie quali: Curculio (Gorgoglione), che tratta la vicenda di un giovane che, volendo sposare una meretrice, chiede aiuto al suo parassita Gorgoglione, che dà il nome all'opera, il quale attraverso inganni, porta il giovane alla vittoria; in Epidicus (Epidico), in cui il servo-protagonista deve aiutare il padrone a risolvere alcuni problemi di cuore e Mostellaria (La commedia dello spettro) in cui Filolachete, giovane, figlio di un mercante, indebitatosi per la meretrice Filemazio, al ritorno del padre, chiederà al servo di intervenire, che attraverso inganni e trovate inerenti la casa (l'essere infestata da fantasmi) riuscirà a far perdonare il giovane. 

 

 

 

Importante è anche l'ambientazione greca, utilizzata da Plauto per creare una condizione di spaesamento. Il costume greco toglie, infatti, sovversività alle parole degli schiavi rendendo lo spettacolo tollerabile.

 

 

 

Plauto esalta la parola quotidiana soprattutto nei Cantica e nei Deverbia, fino ad esasperarla, creando giochi e catene di nomi. Un esempio si trova nel Persa, nel momento in cui Sagaristione, amico di Tossilo, travestito da Persiano si reca dal ruffiano Dordalo e  gli risponde di chiamarsi: "Vaniloquidorus Virginisvendonides Nugiepiloquides, Argentumexterebronides, Tedigniloquides, Nugides, Palponides, Quodsemelarripides Numquameripides" (Regalavuoteparòle Vendiverginide Contabàllide Trapanargentide Dicoquelchetimeritide Menzognide Ruffianide Quelchetihopreside Maipiùteloripiglide). Come si può notare, si ha una catena di nomi propri inesistenti, ma con un loro significato come riassunto della beffa.

 

Ultimo carattere delle sue commedie è la rottura dell'illusione scenica attraverso la creazione di dialoghi tra attori e spettatori, in cui si discute di leggi e fatti di attualità. In alcune opere si può notare, però, l'influenza menandrea, rendendole così commedie "dei buoni sentimenti". Ciò accade in Captivi (I prigionieri), che esalta l'amore paterno verso i figli, e Trinummus (La commedia da tre soldi), che presenta un grande esempio di amicizia.  

 

 

 

Alltre palliate plautine sono: Amphitruo (Anfitrione), Asinaria (Commedia degli asini), Aulularia (La commedia della pentola), Bacchides (Le bacchidi), Casina (Commedia del caso), Cistellaria (Commedia della cesta), Menaechmi (I Menecmi), Mercator (Il mercante), Miles Gloriosus (Il soldato sbruffone), Poenulus (Il cartaginese), Pseudolus (Pseudolo), Rudens (La Gomena), Stichus (Stico), Truculentus (Lo stizzoso), Vidularia (La commedia del bue).