Arthur Schopenhauer nasce a Danzica nel Febbraio del 1788 in un'abbiente famiglia dedita al commercio. Dopo il suicidio del padre avvenuto nel 1805, il giovane erede si trasferisce con la madre, Henriette Trosiener, a Weimar, dove questa si afferma con successo come salonnière (ovvero le nobildonne che ospitavano e gestivano importanti salotti letterari nelle loro case), che ospita anche il celebre poeta Goethe. Dopo aver concluso gli studi classici prima a Gotha e poi a Weimar, Schopenhaeur si iscrive nel 1809 alla facoltà di medicina di Gottinga; tuttavia, ben presto abbandona gli studi scientifici e passa alla facoltà di filosofia, dove ha l'occasione di approfondire Platone e Kant, autori determinanti in tutto il suo percorso filosofico. Recatosi a Berlino nel 1811, il giovane filosofo ha l'occasione di assistere ad alcune lezioni di Fichte e Schleiermacher, pur scoprendosi in profondo disaccordo col primo. Dopo due anni, nel 1813, termina brillantemente il percorso universitario a Jena, con una dissertazione dal titolo La quadruplice radice del principio di ragione sufficiente. Negli anni subito successivi alla laurea, collabora con Goethe allo sviluppo della teoria dei colori, ma si crea ben presto l'attrito tra i due porta il connubio a sciogliersi. È un momento di ribellione e rottura generale per Schopenhauer, che rompe anche il legame con la madre e decide di trasferirsi a Dresda, dove mette nero su bianco la sua polemica con Goethe pubblicando nel 1816 una propria versione della teoria dei colori, La vista e i colori.
Ma oltre alle polmeiche, questi anni sono caratterizzati anche dalla fervida attività speculativa; nel 1818 Schopenhauer presenta al pubblico e alla critica la sua opera maggiore, Il mondo come volontà e rappresentazione, che però non ottiene una risposta positiva e non attira a sé l'attenzione che il filosofo s'attendenva. Dopo questo insuccesso, decide di compiere anch'egli il suo "viaggio in Italia" (sulla scia della tradizione settecentesca del Grand Tour, che considerava fondamentale per la formazione di un giovane un'immersione nella cultura e nella tradizione letteraria italiana), durante il quale visita Bologna, Firenze, Venezia, Roma e Napoli. Tornato in patria, Schopenhauer punta alla carriera accademica per far fronte alle ristrettezze finanziarie che nel frattempo hanno cominciato a gravare sulla famiglia. La dissertazione Sulle quattro distinte specie di causa tenuta alla Facoltà di Berlino serve soprattutto ad uno scontro frontale con Hegel, con il quale i rapporti rimarranno sempre tesi e difficili. Schopenhauer tenta quindi, nei panni del libero docente, di scalzare la fama del professore nell'Università berlinese tra il 1820 e il 1831, ma le sue lezioni, fissate nelle stesse ore di quelle del "rivale", non hanno il successo sperato e sono snobbate dagli studenti, fedeli al maestro Hegel.
Nel 1831 il filosofo decide di abbandonare la capitale per spostarsi a Francoforte sul Meno, dove si concentra sulla seconda edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione. Da queste nuove riflessioni prende corpo anche lo scritto Sulla volontà nella natura (1836). Nel 1844 viene pubblicata la versione rivisitata (con cinquanta capitoli aggiuntivi di Supplementi) della sua opera principale, che però non ottiene neanche questa volta i risultati sperati, lasciando la critica accademica nuovamente indifferente. Un riscontro finalmente più positivo ottengono invece i Parerga e paralipomena (1851), una raccolta di scritti filosofici che integrano e divulgano le teorie del Mondo come volontà e rappresentazione, non senza abbandonare i consueti toni antihegeliani. Schopenhauer si spegne nel 1860 per una polmonite; il successo inseguito per tutta la vita giunge solo dopo la sua morte, grazie all'attività di una cerchia di "fedelissimi" che cura anche l'edizione delle sue opere, rivalutate nel nuovo clima ideologico e culturale della seconda metà del XIX secolo.