La filosofia platonica: dall'Accademia antica al neoplatonismo

Speusippo (Atene, circa 393 a.C. – 339 a.C.), primo scolarca dell'Accademia dopo Platone, abbandona la dottrina delle idee per concentrarsi sul rapporto tra l’Uno e il molteplice, ovvero sulla "dottrina dei principi", oggetto di riflessione del Platone degli ultimi dialoghi.
Per Speusippo l’Uno è indifferente dal punto di vista dei valori, e il bene si realizza nel processo di sviluppo del reale.

A lui succede Senocrate (Calcedonia, 396 a.C. – Atene, 314 a.C.), che reintegra la dottrina delle idee nella dottrina sui principi. Senocrate concepiva l’Uno come principio delle idee e divideva la realtà in tre sfere: 1) la sfera delle idee, còlta dall’intelletto puro; 2) una sfera mista di sensibile e intelligibile, conosciuta dall’opinione; 3) la realtà sensibile, oggetto della conoscenza dei sensi. Senocrate sembra vedesse nell’Uno anche il principio del bene, ovvero identificasse il Bene della Repubblica con l’Uno del Parmenide. Filone di Alessandria (Alessandria d’Egitto 20 a.C. – 50 d.C.) è un platonico di cultura ebraica, e rilegge allegoricamente la Bibbia alla luce del platonismo, identificando con il demiurgo del Timeo il Dio dell’Antico Testamento. Dio per Filone è ineffabile e assolutamente trascendente, superiore anche al Bene e all’Uno; il suo intermediario è il Logos, sede delle idee, un modello perfetto e incorporeo del mondo: tutte le imperfezioni di quest'ultimo derivano dalla materia. L’uomo deve, quindi, ricongiungersi a Dio, separandosi dalla sensibilità e infine anche dalla ragione, lasciando spazio alla grazia divina.

Numenio di Apamea, in Siria, distingue tre divinità: il puro intelletto che è il principio assoluto, il demiurgo che opera sulla materia e che è il principio del divenire, e il mondo. Per Plutarco (Cheronea, 45 – 125), noto soprattutto per le Vite parallele, se Dio fosse l’unica causa del mondo occorrerebbe ammettere che è anche la radice del male. Dunque egli pone due principi, il secondo dei quali è una forza indeterminata che viene piegata da Dio ma rimane presente nel mondo. Il movimento conosciuto come Neoplatonismo raccoglierà l’eredità della speculazione sui principi e sulla successione delle sfere ontologiche.