pascoli e natura
qual è il rapporto tra pascoli e la natura?
il 04 Giugno 2015, da Vincenzo Mignano
Ciao Vincenzo, domanda molto interessante! :) In questo video ( https://library.weschool.com/lezione/poetica-del-fanciullino-di-pascoli-spiegazione-e-commento-1299.html) trovi alcuni elementi del rapporto tra Pascoli e la Natura. In particolare, possiamo dire che il legame tra Pascoli e la Natura risente della sensibilità decadente (più che romantica) del poeta, che percepisce la Natura come quell’indefinito in cui trasfondere le proprie inquietudini personali; la prospettiva non può però essere quella di uno sguardo oggettivo e razionale, ma quella deformata e “straniata” (per una definizione dello straniamento letterario, ti rimando al nostro glossario: https://library.weschool.com/definizione/straniamento.html) tipica del “Fanciullino”, come Pascoli teorizza in un suo famosissimo intervento di poetica ( https://library.weschool.com/lezione/riassunto-poetica-del-fanciullino-1384.html). Questa deformazione della Natura, strettamente collegata con l’idea del “nido” che ricorre ossessivamente in tutta la sua produzione, si ritrova in alcune celebri poesie pascoliane, come “L’assiuolo” ( https://library.weschool.com/lezione/assiuolo-giovanni-pascoli-myricae-parafrasi-3159.html), “Lavandare” ( https://library.weschool.com/lezione/lavandare-analisi-commento-pascoli-poetica-del-fanciullino-fonosimbolismo-epifania-9319.html), “Novembre” ( https://library.weschool.com/lezione/pascoli-novembre-commento-del-testo-3161.html) o “La mia sera” ( https://library.weschool.com/lezione/giovanni-pascoli-la-mia-sera-testo-parafrasi-poesia-canti-di-castelvecchio-9221.html). Questa proiezione di sé e degli elementi inconsci e irrazionali della psiche nella Natura ha considerevoli conseguenze anche sul piano metrico-stilistico: la lingua, il ritmo, il suono e singoli fonemi devono evocare e mimare la Natura e i suoi rumori. Da qui derivano ad esempio l’uso insistente di figure retoriche quali l’onomatopea ( https://library.weschool.com/definizione/onomatopea.html), la sinestesia ( https://library.weschool.com/definizione/sinestesia.html) o l’analogia ( https://library.weschool.com/definizione/analogia.html) e, in generale, il fonosimbolismo della poesia pascoliana. Semmai, è importante ricordare che questa proiezione di sé e delle proprie ansie nella Natura (con il privilegio per tutto ciò che è sfumato, indefinito, oscuro e sottilmente inquietante) viene realizzato con la massima precisione possibile sia nell’uso degli strumenti tecnici (la metrica di Pascoli è sempre raffinatissima nei suoi giochi formali) che nei riferimenti concreti al mondo naturale. Pascoli fa ad esempio ampio uso di linguaggi tecnici e settoriali per indicare precise specie di fiori, piante o (più raramente, animali), tanto da “rimproverare” a Leopardi l’imprecisione di aver messo in mano alla “donzelletta” del “Sabato del villaggio” ( https://library.weschool.com/lezione/sabato-del-villaggio-parafrasi-testo-poesie-leopardi-8413.html) un mazzo di “rose e viole” che, notoriamente, fioriscono in mesi diversi dell’anno! :)