Platone (Atene 428/427 a.C. - 347 a.C.) incontra Socrate nel 408 circa; dopo la morte di Socrate, nel 399, si allontana da Atene, spostandosi a Megara presso Euclide, e forse anche in Egitto e a Cirene. Nel corso degli anni è per tre volte a Siracusa, dove tenta di instaurare prima un rapporto con il tiranno Dionigi il Vecchio, e poi con Dionigi II, probabilmente mirando a convincerli dei suoi progetti di riforma politica (tentativi che risulteranno sempre fallimentari). Al ritorno dal primo viaggio a Siracusa, nel 387, fonda ad Atene la sua scuola: l’Accademia.
Platone è l’unico pensatore antico di cui ci rimangono tutte le opere: l’Apologia di Socrate, trentaquattro dialoghi, dei quali non tutti considerati autentici, e tredici lettere, su molte delle quali ci sono dei dubbi di autenticità. Malgrado una certa diffusa immagine di Platone, i dialoghi non sembrano esprimere un sistema chiuso, dogmatico e definitivo, quanto restituire un percorso di continua rielaborazione, e un’idea di confronto e di apertura alla valutazione di diverse tesi.
Platone è l’unico pensatore antico di cui ci rimangono tutte le opere: l’Apologia di Socrate, trentaquattro dialoghi, dei quali non tutti considerati autentici, e tredici lettere, su molte delle quali ci sono dei dubbi di autenticità. Malgrado una certa diffusa immagine di Platone, i dialoghi non sembrano esprimere un sistema chiuso, dogmatico e definitivo, quanto restituire un percorso di continua rielaborazione, e un’idea di confronto e di apertura alla valutazione di diverse tesi.
Nella cronologia dei dialoghi si possono distinguere quattro fasi: la fase socratica, puramente aporetica, dove Platone presenta il pensiero di Socrate; una seconda fase in cui egli abbandona gradualmente la filosofia socratica; una terza fase incentrata sulle dottrine delle idee e della reminescenza, sulle teorie sulla polis e sull’eros; una quarta fase nella quale questi temi vengono ulteriormente problematizzati alla luce dell’eleatismo. Aristotele nomina anche alcune "dottrine non scritte" di cui, secondo alcuni studiosi, i dialoghi non rappresenterebbero che degli esercizi preliminari. Ma si potrebbe anche trattare di dottrine non ancora adeguatamente sviluppate, discusse all’interno dell’Accademia, e per questo non confluite nei dialoghi.
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.