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I verbi riflessivi

Cos’è un verbo riflessivo?

 

In italiano, accanto alla forma attiva e a quella passiva, alcuni verbi transitivi hanno una terza forma, detta forma riflessiva. Se infatti un soggetto può compiere l’azione espressa dal predicato verbale o nominale (forma attiva: “Andrea mangia la mela”) oppure subire l’azione indicata dal verbo (forma passiva: “La mela è mangiata da Andrea”), nel caso dei verbi riflessivi il soggetto compie e al tempo stesso subisce l’azione; in altre parole, soggetto e complemento oggetto della frase coincidono. Per esempio, la frase:

Anita si lava

può essere trasformata in: “Anita lava se stessa” (cioè, Anita “riflette” su se stessa l’azione di lavare).

La forma riflessiva si può riconoscere facilmente perché prima del verbo si trovano sempre le particelle pronominali mi, ti, ci, vi, si che indicano appunto il riflettersi dell’azione sul soggetto della frase. Per esempio:

Come sei vanitosa: ti guardi sempre allo specchio.

Se però il verbo è all’imperativo (o in caso di modi indefiniti quali sono l’infinito, il participio e il gerundio), le particelle pronominali seguono il verbo formando con esso una parola unica. Per esempio:

Bambine, finite di pettinarvi e andate a dormire.

Da ricordare invece che i verbi riflessivi utilizzano sempre, per i tempi composti, l’ausiliare essere.

 

Le forme riflessive improprie

 

A fianco delle forme riflessive proprie (o dirette), abbiamo altre forme ed usi del verbo riflessivo che, nonostante la presenza di mi, ti, ci, vi e si, non si possono definire propriamente riflessive. Questo avviene perché le particelle pronominali non svolgono funzione riflessiva e, inoltre, l’azione espressa dal verbo non è direttamente subita dallo stesso soggetto che la compie. Queste forme si definiscono quindi forme riflessive improprie.

Le forme riflessive improprie sono tre:

  • la forma riflessiva apparente;
  • la forma riflessiva reciproca;
  • la forma pronominale.

La forma riflessiva apparente si ha quando le particelle pronominali non hanno funzione di oggetto dell’azione ma di complemento di termine. Quindi ad esempio possiamo dire che in queste situazioni la particella pronominale si non significa “sé” bensì “a sé” e che , di conseguenza, l’azione non si riflette sul soggetto ma su un altro oggetto. Per esempio:

Gabriele si lava le mani (intendo dire che “Gabriele lava le mani a sé” e che l’azione non ritorna sul soggetto, ma si trasferisce sulle sue mani).
Viola si pettina i capelli (intendo dire che “Viola pettina i capelli a sé”).

La forma riflessiva reciproca si ha invece quando la particella pronominale indica un’azione che viene compiuta e allo stesso tempo subita da due o più soggetti all’interno della frase. Per esempio:

Barbara e Valeria si salutano (voglio dire che sia Barbara che Valeria stanno compiendo e subendo la medesima azione, ovvero quella di salutare ed essere salutati);
Daniele e Leone si picchiano (voglio dire che Daniele colpisce Leone, che a sua volta picchia Daniele) 1.

Nella forma pronominale invece, le particelle pronominali non assegnano al verbo un significato riflessivo, ma sono parte integrante del verbo stesso, che senza di loro non esiste affatto. Questi verbi si chiamano verbi pronominali e possono essere verbi come: pentirsi, vergognarsi, accorgersi, imbattersi, ribellarsi. Per esempio:

Non mi sono accorta di nulla;
Carla si vergognava di aver risposto male a Martina.

Ci sono inoltre verbi transitivi che, se vengono utilizzati in unione con delle particelle pronominali, diventano essi stessi verbi intransitivi pronominali. Fanno parte di questo gruppo verbi come: addormentare/addormentarsi, svegliare/svegliarsi, dimenticare/dimenticarsi, abbandonare/abbandonarsi, allontanare/allontanarsi. Da notare che spesso il passaggio di un verbo dall’uso transitivo a quello intransitivo pronominale modifica il significato del verbo stesso; si vedano i seguenti esempi:

Il suo discorso ha addormentato tutti!
I bambini si sono addormentati;

L’ortica è una pianta che irrita la pelle;
Paolo si irrita per niente.

1 Inoltre si può notare che entrambe le frasi possono equivalere a due frasi distinte: “Barbara saluta Valeria” e “Valeria saluta Barbara”; “Daniele picchia Leone” e “Leone picchia Daniele”.

Testo su Italiano

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