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I pronomi personali soggetto, complemento e i riflessivi

Gli usi e le funzioni dei pronomi personali

 

I pronomi personali soggetto e complemento svolgono una funzione molto importante nella frase: essi infatti indicano le persone, cose, animali o entità astratte che entrano in ciò che vogliamo comunicare. In tal senso, i pronomi indicano la funzione logica che persone, animali o cose svolgono nella frase come soggetti dell’azione espressa dal verbo oppure come complementi del predicato stesso. In italiano, i pronomi si caratterizzano in base alla persona, al numero (singolare o plurale) e al genere (maschile o femminile), e presentano una sola forma quando hanno la funzione di soggetto e due forme (una tonica e una atona) quando invece vengono utilizzati come complementi.

Possiamo schematizzare in questo modo:

  Pronomi personali soggetto Pronomi personali complemento
Prima persona singolare io

Forma tonica: me
Forma atona: mi

Seconda persona singolare tu Forma tonica: te
Forma atona: ti
Terza persona singolare

Maschile: egli, lui, esso
Femminile: ella, lei, essa

Forma tonica: lui, sé, ciò (masch.); lei, sé (femm.)
Forma atona: lo, gli, ne, si (masch.); la, le, ne, si (femm.)

Prima persona plurale noi

Forma tonica: noi
Forma atona: ci

Seconda persona plurale voi

Forma tonica: voi
Forma atona: vi

Terza persona plurale

Maschile: essi, loro
Femminile: esse, loro

Forma tonica: essi, loro, sé (masch.); esse, loro, sé (femm.)
Forma atona: li, ne, si (masch.); le, ne, si (femm.)

 

Una categoria particolare è quella dei pronomi riflessivi mi, ti, ci, si, vi, sé.

 

La differenza tra i pronomi soggetto e complemento

 

Il pronome personale soggetto 

Il pronome personale soggetto è quello che usiamo per indicare chi parla (pronome di prima persona singolare o plurale: io/noi), chi ascolta (pronome di seconda persona singolare o plurale: tu/voi) o ciò di cui si parla (pronomi di terza persona singolare o plurale: egli/lui/esso, ella/lei/essa, noi, voi, essi/loro, esse/loro). Notiamo che i pronomi della prima e della seconda persona, sia singolare che plurale, sono invariabili, mentre la terza persona singolare e plurale ha forme diverse al maschile e al femminile. Egli ed ella sono utilizzati in riferimento a persona, esso ed essa in riferimento a cose, animali ed entità astratte.

 

Particolarità dei pronomi personali soggetto

Nella lingua italiana, il soggetto non deve essere necessariamente espresso; nella maggior parte dei casi, infatti, la desinenza del verbo ci permette di capire facilmente chi sta parlando. Così, si può dire sia “io ho caldo” che semplicemente “ho caldo” senza pregiudicare la comunicazione; il soggetto va invece espresso esplicitamente in alcuni casi specifici:

- Quando la forma del verbo è identica per più persone, e non permette quindi di “decifrare” quale sia il soggetto sottointeso (come nel caso del congiuntivo presente: “Credi che io dica il falso?” che è ben diverso da “Credi che lui dica il falso?”);
- Quando si vuol dare una particolare enfasi al soggetto della frase: “Questo l’ho fatto io!”;
- Quando i pronomi sono rafforzati con l’uso di stesso: “io stesso”, “tu stesso”;
- Quando il soggetto della frase è seguito da un verbo all’infinito (“Io, lodare una persona del genere… è impossibile!”), da un aggettivo (“Tu, famoso per i tuoi studi…”) o da una apposizione (“Egli, in qualità di medico, intervenne subito sul luogo dell’incidente”);

In caso di elenchi di termini, in cui è importante distinguere bene i soggetti di ogni frase: “Io vado al mare, tu vai in montagna, Matteo si fermerà al lago”.

Se poi la norma grammaticale prevede per il soggetto di terza persona singolare solo l’uso di egli o ella, va detto che nell’uso comune (la comunicazione orale, i testi scritti non formali e così via) è accettato anche l’uso di lui e lei (ad esempio: “Lui mi ha detto che lei sarebbe uscita”), a volte esteso, con una connotazione affettiva, anche per animali (“Il mio gatto si chiama Luciano; lui è il mio migliore amico”).

Caso a parte è l’uso del pronome noi al posto del pronome di prima persona singolare nel cosiddetto plurale maiestatis (tipico dei discorsi ufficiali dei re o dei sovrani o dei testi poetici, come i Sepolcri di Foscolo, vv. 145-146: “[...] A noi | morte apparecchi riposato albergo”).

 

I pronomi personali complemento 

I pronomi personali complemento possono invece assolvere a più funzioni logiche:

- Quella di complemento oggetto (“Ti ascolto”, “Lo chiamo immediatamente”);
- Quella di complemento di termine (“Vi manderò un pacco”, “Gli ho chiesto cosa avesse fatto ieri”);
- Quella di complemento indiretto, insieme con le relative preposizioni (“Sono andato al mare con lei”, “Ci siamo dimenticati di lui”, “Abbiamo cenato molto volentieri da loro”).

I pronomi personali complemento si distinguono poi in forme forti (ovvero su cui cade un accento tonico: me, te, lui/lei/sé/ciò, noi, voi, essi/esse/loro/sé) e forme deboli (ovvero sprovviste di accento tonico: mi, ti, lo/gli/ne/si, la/le/ne/si, ci, vi, li/ne/si, le/ne/si), che sono anche dette particelle pronominali.

Le forme forti o toniche si usano:

- Per dare un particolare risalto al pronome, quando esso svolge la funzione di complemento oggetto (“La giuria ha scelto me tra tutti i candidati”);
- In combinazione con le preposizioni per dare luogo ai complementi indiretti (“Ci siamo recati da lui per parlare con loro”, “Hanno spedito questa lettera a me”, “Sono qui per noi”).

Si ricorre invece alle forme atone o deboli 1:

- Quando il pronome non è preceduto da preposizione;
- Quando non c’è necessità di sottolineare o enfatizzare il ruolo del pronome come complemento oggetto o complemento di termine.

 

Particolarità dei pronomi personali complemento 

Ci sono alcune particolarità dei pronomi personali complemento da tenere in considerazione per non sbagliare:

- I pronomi complemento di terza persona singolare lui, lei, loro possono svolgere la funzione di complemento diretto o indiretto solo in riferimento a una persona diversa dal soggetto della frase; se invece c’è identità di soggetto, si usa il pronome :

Paolo ha incontrato Giovanni e ha spiegato a lui il problema (cioè, a Giovanni);
Giovanni riflette tra sé sul da farsi (cioè, con se stesso).

- Il pronome ne è una forma atona di terza persona, che può svolgere il ruolo di complemento indiretto (ad esempio, complemento di specificazione, complemento di argomento, complemento di moto da luogo figurato):

Dopo quella vacanza a Londra, Giacomo ne parla sempre;
Ho visto quel film e ne ho ricevuto una pessima impressione.

I pronomi atoni mi, ti, si, gli, ci, vi possono combinarsi con gli altri pronomi lo, la, li, le, ne ed essere collocati prima del verbo (“Te lo spiegherò domani!”) oppure dopo il verbo (“Portategliene un po’!”) se questo è cotituito da un infinito, un gerundio o un imperativo. Non bisogna confondere gli e le come complementi di termine: la prima forma è maschile (“Finalmente ho visto Matteo e gli ho parlato”), mentre la seconda è femminile (“Finalmente ho visto Laura e le ho parlato””)

 

I pronomi personali riflessivi

 

C’è poi una terza categoria di pronomi personali: i riflessivi. I pronomi personali riflessivi si usano con quella categoria di verbi, né attivi né passivi, in cui l’azione espressa dal predicato si riflette sul soggetto stesso che ha compiuto l’azione (“Gianni si lava”). I pronomi riflessivi sono:

- Per la prima e seconda persona singolare e plurale: mi, ti, ci, vi (corrispondenti cioè alle forme atone dei pronomi complemento);
- Per la terza persona singolare e plurale: si.

1 Le forme atone devono appoggiarsi nella pronuncia al verbo, e per questo sono dette proclitiche, ovvero “che si adagia davanti”, oppure enclitiche, “che si appoggia indietro”.

Testo su Italiano

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