Le Laudi del Cielo, del Mare, della Terra e degli Eroi sono le raccolte poetiche della maturità di D’Annunzio e furono progettate, in seguito al viaggio in Grecia del poeta nel 1895, nel 1899. Secondo il progetto iniziale dello scrittore le liriche dovevano essere divise in sette libri, quante sono le Pleiadi (Maia, Elettra, Alcione, Merope, Asterope, Taigete e Celeno), ma D'Annunzio riuscì a comporne solo cinque: Maia, Elettra, Alcione (1903), Merope (1912) e i Canti della guerra latina (1914-1918). Il tono epico-celebrativo delle liriche appare come la trasfigurazione in poesia del mito della "Rinascenza latina" e del nuovo Rinascimento propri di quell’epoca.
Maia
Premessa ideale e introduzione delle Laudi, Maia è composto nel 1903, dopo Elettra e Alcyone, ma viene posto nel disegno conclusivo del poeta all’inizio. Questo libro comprende ventuno canti di diversa lunghezza, con i primi due componimenti che aprono il ciclo delle Laudi: Alle Pleiadi e ai Fati e L’Annunzio, canto sulla resurrezione del dio pagano Pan, simbolo della bellezza e la gioia del mondo e della comunione con la natura. Ed è questo uno dei temi centrali del libro, ovvero la possibile comunione con la natura e la sua forza vitale, che permette di raggiungere la felicità. Maia si presenta quindi come un’esaltazione alla vita - il sottotitolo stesso Laus vitae indica questo intento celebrativo -, una vita nuova di cui sono degni sono alcuni essere umani, gli eroi o i superuomini. In questo libro emerge quindi la rielaborazione dannunziana del vitalismo nietzschiano: il superuomo è colui che, dotato di una vitalità e di una comunione maggiore rispetto agli altri, realizza se stesso e i suoi istinti. Viene espresso quindi il nuovo modello superomistico che deve basarsi su nuovi valori: “Volontà, Voluttà, | Orgoglio, Istinto”, come afferma il poeta in La quadriga imperiale.
Il libro riporta il triplice viaggio metaforico del poeta prima nella Grecia classica, simbolo della perduta comunione tra uomo e natura, poi nell’Agro romano e nella Cappella Sistina, simboli del rinascenza latina e del raggiungimento dell’ideale eroico, e infine nel deserto africano, dove il poeta incontra Felicità e Libertà. Maia si chiude con la Preghiera alla madre immortale, poesia dedicata al poeta Giosué Carducci, maestro spirituale e modello dei primi componimenti di D’Annunzio.
Elettra
Elettra è il secondo libro delle Laudi e si presenta come raccolta di liriche di esaltazione e celebrazione dell’eroismo e del mito del superuomo. Sono presenti liriche che celebrano gli eroi guerrieri del passato e del presente, come La notte di Caprera, in cui viene esaltata la storia recente dei garibaldini, ma anche liriche che tessono le lodi di intellettuali e artisti, eroi del pensiero, come Nietzsche, Victor Hugo, Dante e Verdi. Dopo i canti eroici, seguono i Canti della ricordanza e dell’aspettazione, in cui vengono celebrate un gruppo di città italiana dal passato glorioso, ancora presente in loro ma ormai dimenticato dai loro abitanti. Qui si trova il trittico cittadino Ferrara, Pisa e Ravenna, momento più alto di questi canti, in cui vengono celebrate le cosiddette città del silenzio. In Ravenna viene espresso il tema centrale delle liriche successive il destino dell’Italia e dell’impero. L’Italia viene infatti celebrata nel Canto augurale per la nazione eletta, in cui il sentimento patriottico di D’Annunzio diventa sempre più forte fino a giungere a concezioni nazionalistiche e imperialistiche. Posizioni politiche che porteranno il poeta ad essere un fervente interventista nella Prima guerra mondiale.
Alcyone
Capolavoro della poesia decandentisco-simbolista, Alcyone comprende 88 liriche composte tra 1896 e 1902 e si presenta come una sorta di diario dell’estate in Versilia. In questo libro la comunione tra uomo e natura viene espressa al meglio: l’uomo si immedesima e immerge nel paesaggio in cui si trova e partecipa a tutti i fenomeni naturali. A sua volta la natura viene umanizzata in un ritmo melodico vitale e armonico. Il superuomo diventa colui che riesce a vivere nella pura gioia e vitalità e che riesce e immedesimarsi nella natura. La struttura del libro è diversa dai primi due: è articolato in cinque sezioni, ciascuna separata da un ditirambo. La prima è situata nel mese di giugno nella zona collinare tra Fiesole e Firenze; la seconda a luglio su una spiaggia del mar Tirreno; ed è in questa sezione che si trovano i testi più famosi, come La pioggia nel pineto. La terza sezione è introdotta dal ditirambo sul dio marino Glauco ed è incentrata su figure mitiche e sulle metamorfosi e culmina con l’esaltazione dell’estate. Nella quarta sezione ci si trova nel pieno dell’estate e già si riscontrano i segni della sua conclusione come nella poesia Versilia, e in Estate, Estate mia, non declinare!. La quinta sezione si apre con il ditirambo su Icaro ed esprime il desiderio di esperienze estreme e di realizzare il superuomo, che si rivela impossibile con la fine dell’estate.
In questo libro è evidente l’importanza del mito e dell’epoca classica, tanto che modelli per D’Annunzio sono i poeti latini Virgilio e Ovidio, Omero e i lirici greci. Anche il linguaggio appare influenzato dal termini classici e arcaizzanti e latinismi; inoltre il poeta adotta lessici specifici e settoriali come quello botanico, marino e militare. Ogni sezione appare caratterizzata da uno stile differente: se nella prima sezione domina uno stile preraffaelita e nella seconda quello impressionistico, nelle altre tre sezioni è evidente la centralità dello stile classicheggiante, sia nei temi sia nel linguaggio. La stessa varietà si riscontra nei metri, D’Annunzio spazia, infatti, dal sonetto alla ballata, dal ditirambo alla lauda sacra.