Non è possibile dare una regola generale valida per risolvere equazioni o disequazioni di qualsiasi grado. È sempre importante, però, osservare bene i polinomi con i quali si deve lavorare: in alcuni casi infatti la risoluzione di equazioni di grado superiore al 2° può essere ricondotta a metodi risolutivi noti, tramite l’utilizzo di qualche “trucco”.
Equazioni binomie
Le più semplici equazioni di grado superiore al 2° sono le equazioni binomie, cioè riconducibili alla forma con e reali, e intero maggiore di 2.
Equazioni di questo tipo possono essere facilmente risolte ricorrendo ai due principi di equivalenza imparati per le equazioni di primo grado e alle radici. Infatti è possibile subito isolare la potenza -esima di : A questo punto bisogna distinguere alcuni casi:
- se è dispari, l'equazione ha soluzione .
- se è pari e , l'equazione è impossibile (perché nessuna potenza pari di un numero dà un valore negativo).
- se è pari e , l'equazione ha due soluzioni reali: (nel caso in cui le due soluzioni coincidono e sono uguali a 0).
Vediamo tre esempi:
Isolando la potenza di otteniamo . Estraendo la radice quinta abbiamo la (sola ed unica) soluzione .
Isolando la potenza di otteniamo . Le soluzioni in questo caso sono due distinte: e .
Isolando la potenza di otteniamo . Non esiste alcun numero che, elevato all'ottava, dia un numero negativo (nel nostro caso ), perciò l'equazione è impossibile.
Disequazioni binomie
Analogamente a quanto fatto poco fa, possiamo introdurre le disequazioni binomie, cioè una disequazione che sia riconducibile a una delle seguenti quattro forme: con reali, e intero maggiore di 2. Per risolvere una disequazione di questo tipo bisogna per prima cosa portarla in una delle forme e successivamente distinguere i seguenti casi.
- Se è dispari, la disequazione considerata ha soluzione rispettivamente cioè bisogna soltanto mettere sotto radice -esima entrambi i termini lasciando invariato il verso della disequazione.
- Se è pari, dobbiamo operare una ulteriore distinzione.
- Se è negativo, allora le disequazioni del tipo sono sempre false, mentre le disequazioni del tipo sono vere per ogni .
- Se è positivo, allora le disequazioni del tipo hanno soluzione e analogamente le disequazioni del tipo hanno soluzione Invece le disequazioni del tipo hanno soluzione e analogamente le disequazioni del tipo hanno soluzione
Facciamo qualche esempio:
- .
Possiamo riformulare questa disequazione come , cioè come . Dato che è dispari, la soluzione è ovvero . - .
Riscriviamo la disequazione nella forma , cioè (notiamo che il verso della disequazione è cambiato visto che abbiamo diviso per ). Dato che è pari, è negativo e la disequazione ha verso “”, allora la disequazione è vera per ogni . - .
Questa disequazione può essere riscritta come . Dato che è pari, è positivo e la disequazione ha verso “”, allora le soluzioni sono cioè .
Equazioni trinomie e biquadratiche
Un'equazione si dice trinomia se può essere scritta nella formacon , e reali, e intero positivo.
In questo caso ricorriamo a un "trucco": introduciamo una nuova variabile e la sostituiamo nell'equazione di partenza. Otteniamo:Questa nuova equazione è di 2° grado nella variabile , quindi sappiamo risolverla. Una volta trovate le eventuali soluzioni , basta sostituirle nella scrittura per trovare le corrispondenti soluzioni dell'equazione iniziale nella variabile .
Consideriamo per esempio l'equazione . Si tratta di un'equazione trinomia con , perché . Poniamo quindi e otteniamo . Le soluzioni di questa equazione sono e .
Allora deve essere oppure . Risolvendo queste due equazioni binomie abbiamo le soluzioni dell'equazione di partenza: e .
Nel caso particolare in cui , l'equazione trinomia prende il nome di equazione biquadratica e assume la forma:In questo caso la sostituzione è sempre .
Disequazioni trinomie e biquadratiche
In maniera simile a quanto fatto per le disequazioni binomie, possiamo introdurre le disequazioni trinomie, cioè disequazioni che possono essere ricondotte in una delle seguenti forme:
Il metodo di risoluzione di questo tipo di disequazioni si può riassumere così:
- effettuare la sostituzione , in modo da ricondurre la disequazione considerata a una disequazione di secondo grado in ;
- una volta trovate le soluzioni rispetto a , sostituire a e risolvere le disequazioni binomie così ottenute.
Facciamo chiarezza su questo metodo con qualche esempio.
- .
In questo caso , e facendo la sostituzione otteniamo la disequazione di secondo grado , che ha soluzione .
A questo punto riscriviamo come , e otteniamo : questo è equivalente ad avere contemporaneamente le disequazioni e . La prima ha soluzione , mentre la seconda , e siccome valgono contemporaneamente possiamo riscriverle come . Quindi la nostra disequazione di partenza ha soluzione . - .
In questo caso , e facendo la sostituzione otteniamo la disequazione di secondo grado , che ha soluzione .
A questo punto riscriviamo come , e otteniamo . La prima disequazione binomia non ha soluzioni, mentre la seconda ha soluzione . Quindi la nostra disequazione di partenza ha soluzione .
Altre equazioni risolubili con cambio di variabile
Le equazioni trinomie non sono le uniche che si possono risolvere attraverso un opportuno cambio di variabile. Facciamo degli esempi:
Poniamo . Otteniamo l'equazione binomia , la cui soluzione è .
Allora le soluzioni in si ricavano ponendo . Otteniamo quindi .
Questo procedimento può essere utilizzato tutte le volte che si ha un'equazione nella formadove è un polinomio generico.
Poniamo . Otteniamo l'equazione , che ha come unica soluzione .
Per trovare le soluzioni in dobbiamo quindi risolvere . Le soluzioni di quest'equazione sono e .
Se, invece di procedere con la sostituzione, avessimo svolto i calcoli, avremmo ottenuto un'equazione di 4° grado che non saremmo riusciti a risolvere.
Un procedimento analogo può essere utilizzato tutte le volte che abbiamo un'equazione nella formadove è un polinomio generico (notiamo che l'equazione trinomia è un caso particolare di questa scrittura con ).
Caso generale
Quando dobbiamo risolvere un'equazione di grado superiore al 2°, molto spesso non si può utilizzare nessuno dei metodi descritti in precedenza.
Consideriamo per esempio l'equazione .
Nessuno dei metodi noti è applicabile. Allora proviamo a modificare la forma con cui appare l'equazione; in particolare, cerchiamo di fattorizzare il polinomio .
Sostituendo a il valore 1 ci accorgiamo che . Allora possiamo utilizzare la regola di Ruffini, ottenendo .
Così abbiamo trasformato la nostra equazione in . Un prodotto è uguale a zero solo se uno dei fattori è uguale a zero, perciò le soluzioni di questa equazione si trovano ponendo oppure . La prima equazione ha soluzione , mentre la seconda è impossibile.
L'equazione di partenza, quindi, ha come unica soluzione .
Questo procedimento è il metodo più generale che possiamo usare per risolvere un'equazione di grado superiore al 2°: data un'equazione nella forma con generico polinomio, scomponiamo in fattori e poniamo ciascun fattore uguale a zero.
Un approccio analogo va adottato nel caso in cui si voglia affrontare una generica disequazione di grado superiore al 2º: per prima cosa si procede scomponendo il polinomio ottenuto in fattori di grado minore possibile, e successivamente si procede all’analisi del segno considerando il contributo di ciascun fattore al variare di .