Cos’è il complemento di causa?
Il complemento di causa è un complemento indiretto che indica la causa dell’azione o della situazione indicata dal verbo. Il complemento di causa può essere preceduto dalle preposizioni semplici di, da, con, per, dalle loro forme articolate e dalle locuzioni a causa di, per via di, a motivo di, ecc. In base al contesto della frase, il complemento di causa può essere determinato anche da un sostantivo o da un aggettivo.
Facciamo qualche esempio:
Dopo la proposta di matrimonio Anna è svenuta per l’emozione;
L’esploratore stava per morire di sete, ma è stato salvato dai beduini;
L’intero paese era in quarantena per via della difterite.
Il complemento di causa risponde alle domande “per causa di chi?”, “per causa di che cosa?” e non va confuso con altri complementi indiretti che sono introdotti dalle medesime preposizioni, semplici o articolate, del complemento di causa. Come sempre in Analisi logica, è importante capire i rapporti di senso che si instaurano all’interno della frase.
Per fare qualche esempio:
Quel rumore improvviso lo fece quasi morire di paura (è un complemento di causa, perché spiega il motivo che terrorizza il soggetto della frase);
Una reazione di paura è normale e comprensibili in esperienze come quella di Giorgio (è un complemento di specificazione, perché chiarisce di che tipo di reazione stiamo parlando).Paolo non ci vedeva più dalla rabbia (è un complemento di causa, che ci spiega perché Paolo, figurativamente, ha per un attimo perso il controllo di sé);
Calmandosi, passò presto dalla rabbia a più miti consigli (è un complemento di moto da luogo figurato).Con tutti i tuoi bagagli, la mia macchina è davvero stracarica (è un complemento di causa, perché spiega la ragione per cui la mia auto è a pieno carico);
Con tutti i tuoi bagagli, faremo il trasloco in pochissimo tempo! (è un complemento di strumento, perché indica ciò che renderà agevole fare il trasloco).
In particolare, con la preposizione per, non bisogna confondere il complemento di causa con quello di scopo (o fine). Il primo indica sempre un fatto o un evento temporalmente antecedente all’azione espressa dal verbo, mentre il secondo sempre un fatto temporalmente successivo alla stessa.
Per esempio:
Per te, ho dovuto rinunciare a quell’opportunità di lavoro all’estero (è un complemento di causa, che indica il motivo alla base delle mie azioni);
Sono venuto a Roma per te (è un complemento di fine, perché indica il fine o lo scopo per cui ho viaggiato).
La subordinata causale
Laddove il complemento di causa è formato da un’intera proposizione si parla di subordinata causale. Questa tipologia di subordinata, la maggior parte delle volte, è introdotta dalla congiunzione causale perché.
Per esempio:
Ho voluto conoscere quel musicista perché ha composto i pezzi della mia band preferita;
Poseidone fece naufragare Ulisse perché aveva accecato suo figlio Polifemo;
Mia madre mi ha sgridato perché ho tirato una pallonata contro la finestra.