URGENTE Letteratura italiana
Ho esame di stato orale il 3 luglio, dovrei rispondere alla seguente domanda: tema della natura nel corso dei secoli (da leopardi in poi). Grazie in anticipo
il 30 Giugno 2015, da Ema Manu
Ciao, rispondo qui alle varie domande sul tema della Natura nella Letteratura italiana. Si tratta di un tema importantissimo e che ha una sterminata tradizione sin dagli albori della nostra storia letteraria (pensa solo alla “selva” in Dante, per fare un esempio); la cosa più utile, anche in vista dell’orale, è quindi scegliere una linea di lettura, magari confrontando tra loro gli autori e i singoli testi. Provo a darti un quadro d’insieme, ma i percorsi potrebbero essere davvero molti. :) In Leopardi ( https://library.weschool.com/corso/giacomo-leopardi-poetica-pessimismo-storico-pessimismo-cosmico-2672.html), la “natura” ha un ruolo molto importante: se inizialmente questa è un termine di confronto positivo attraverso l’immaginazione, in seguito assume il ruolo di “matrigna”. Vediamo come: in una prima fase della sua produzione, Leopardi è convinto che la Natura sia fonte di piacere e di consolazione per l’uomo che, alla maniera degli antichi e della loro “fantasia”, può recuperare un rapporto ingenuo, primitivo e sincero con il mondo circostante. Opponendosi così alle teorie dei romantici lombardi (che sostenevano la finalità utile e pratica dell’arte) il giovane Leopardi rivendica il ruolo della fantasia e del meraviglioso che per lui connota la poesia classica. Il passaggio successivo (dopo la grave malattia del 1819) è quello della cosiddetta “poesia sentimentale”, in cui il poeta è consapevole che la poesia solo d’immaginazione non è più possibile nella contemporaneità. La “poesia sentimentale” deve rappresentare come proprio oggetto privilegiato ciò che c’è di indefinito e sfumato e deve unirsi alla teoria del piacere, che per Leopardi è suscitato appunto da tutto ciò che è vasto e infinito. È appunto una riflessione filosofica che si trova in molte pagine dello “Zibaldone” (come in quelle sulla “doppia vista”: https://library.weschool.com/lezione/zibaldone-di-leopardi-struttura-dell-opera-e-teoria-della-doppia-vista-1283.html) e che si concretizza al meglio ne “L’infinito” (qui le nostre lezioni: https://library.weschool.com/lezione/leopardi-l-infinito-testo-integrale-3583.html https://library.weschool.com/lezione/l-infinito-di-leopardi-analisi-e-commento-1284.html https://library.weschool.com/lezione/sempre-caro-mi-fu-quest-ermo-colle-infinito-zibaldone-leopardi-poetica-8568.html). Altri testi in cui la Natura è descritta col tono maliconico della “poesia d’immaginazione” possono essere, ad esempio, “Alla luna” ( https://library.weschool.com/lezione/infinito-8408.html) e “La sera del dì di festa” (vv. 1-4: “Dolce e chiara è la notte e senza vento | e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti | posa la luna, e di lontan rivela | serena ogni montagna” https://library.weschool.com/lezione/idilli-leopardi-poesie-la-sera-del-di-di-festa-parafrasi-commento-8411.html) oppure nei primi versi de “L’ultimo canto di Saffo” ( https://library.weschool.com/lezione/leopardi-ultimo-canto-di-saffo-parafrasi-analisi-commento-11193.html). Questa concezione della Natura (affine alle posizioni del filosofo francese Rousseau: https://library.weschool.com/lezione/jean-jacques-rousseau-emilio-contratto-sociale-nuova-eloisa-illuminismo-10703.html) è destinata tuttavia ad evolvere, in particolare con le “Operette morali” ( https://library.weschool.com/lezione/leopardi-operette-morali-introduzione-alla-raccolta-2696.html), che segnano il passaggio dal “pessimismo storico” (in cui la Natura alimenta la felicità umana con le illusioni e contro l’azione della ragionte) al “pessimismo cosmico” (in cui è la Natura stessa a causare l’infelicità umana). La Natura si fa dunque matrigna per l’uomo, perché non si cura affatto dei desideri degli esseri umani ma ha come unico fine la propria autoconservazione (come spiegato nell’operetta dell’Islandese: https://library.weschool.com/lezione/leopardi-dialogo-della-natura-e-di-un-islandese-riassunto-e-analisi-2697.html). Questa posizione filosofica, che chiama in causa il problema della felicità, delle illusioni e del materialismo anti-antropocentrico del Leopardi maturo, è quella che ritroviamo nei Canti del 1828-1830, come “A Silvia” ( https://library.weschool.com/lezione/a-silvia-di-leopardi-commento-e-analisi-del-testo-1363.html) , “Le ricordanze” ( https://library.weschool.com/lezione/grandi-idilli-leopardi-poesie-parafrasi-le-ricordanze-3645.html), “La quiete dopo la tempesta” ( https://library.weschool.com/lezione/quiete-dopo-tempesta-di-leopardi-parafrasi-del-testo-9025.html), “Il sabato del villaggio” ( https://library.weschool.com/lezione/sera-del-di-di-festa-parafrasi-testo-poesie-leopardi-8413.html), il “Passero solitario” ( https://library.weschool.com/lezione/leopardi-il-passero-solitario-testo-e-analisi-2707.html) e il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” ( https://library.weschool.com/lezione/canto-notturno-di-un-pastore-errante-dellasia-di-leopardi-lettura-e-analisi-del-testo-1365.html). In D’Annunzio ( https://library.weschool.com/corso/d-annunzio-biografia-poesie-il-piacere-alcione-il-notturno-5771.html) e Pascoli ( https://library.weschool.com/corso/poetica-del-fanciullino-pascoli-assiuolo-gelsomino-notturno-cavalla-storna-3194.html) la situazione cambia notevolmente, in quanto per ragioni cronologiche entrambi sono più vicini alle suggestioni del Decadentismo e del Simbolismo. Nel primo caso (pensiamo a “La pioggia nel pineto”: https://library.weschool.com/lezione/pioggia-nel-pineto-testo-parafrasi-figure-retoriche-decadentismo-simbolismo-alcione-9316.html oppure alla “Sera fiesolana”: https://library.weschool.com/lezione/la-sera-fiesolana-alcyone-gabriele-d-annunzio-testo-parafrasi-figure-retoriche-9311.html) la poesie diventa occasione per fare sfoggio della propria abilità compositiva e per celebrare l’esperienza di fusione “panica” e totalizzante con la Natura: D’Annunzio insiste molto allora sull’aspetto formale del testo (metrica, rime, assonanze e consonanze, fonosimbolismi e timbri di colore, l’uso dell’analogia), che diventa una “sinfonia” che imita quella della natura. In Pascoli il ruolo della natura si collega strettamente con le sue scelte di poetica (espresse nel saggio “Il fanciullino”: https://library.weschool.com/lezione/riassunto-poetica-del-fanciullino-1384.html) e di stile. L’interesse accordato al mondo naturale, come in “Myricae” ( https://library.weschool.com/lezione/myricae-di-giovanni-pascoli-introduzione-alla-raccolta-3144.html) e nei “Canti di Castelvecchio” ( https://library.weschool.com/lezione/introduzione-ai-canti-di-castelvecchio-3178.html) serve a focalizzarsi su ciò che c’è di indistinto e di indefinito in esso. La poesia pascoliana, attraverso un fitto uso di figure retoriche (rime, assonanze e consonanze, metafore e analogie, fonosimbolismi, onomatopee) vuole cogliere nella Natura gli aspetti più sfuggenti ed ignoti del mondo: la Natura si fa simbolo di una condizione esistenziale di nostalgia e di dolore (tematizzata nella poetica del “nido”, ovvero dal ricordo della felicità dell’età infantile e della cerchia protetta della famiglia, spezzata dall’omicidio del padre, come ricordato in “X Agosto”: https://library.weschool.com/lezione/giovanni-pascoli-x-agosto-morte-del-padre-1385.html), i cui strumenti sono quelli dell’intuizione pre-razionale e dello straniamento ( https://library.weschool.com/definizione/straniamento.html), anche se Pascoli è sempre precisissimo nel nominare piante, fiori, animali del mondo naturale. Alcuni esempi molto significativi sono “L’assiuolo” ( https://library.weschool.com/lezione/x-agosto-giovanni-pascoli-testo-parafrasi-fanciullino-3146.html), “Il bove” ( https://library.weschool.com/lezione/il-bove-testo-parafrasi-giovanni-pascoli-myricae-carducci-8502.html), “Novembre” ( https://library.weschool.com/lezione/pascoli-novembre-testo-originale-e-commento-3161.html), “Il gelsomino notturno” ( https://library.weschool.com/lezione/gelsomino-notturno-di-pascoli-analisi-del-testo-e-commento-1388.html), “Digitale purpurea” ( https://library.weschool.com/lezione/poemetti-digitale-purpurea-giovanni-pascoli-parafrasi-testo-9303.html). Un autore molto interessante per il tema della Natura è sicuramente Baudelaire: la sua poesia “Correspondances” ( https://library.weschool.com/lezione/spleen-baudelaire-poesie-i-fiori-del-male-albatros-corrispondenze-elevazione-12724.html) è anzi un vero e proprio manifesto poetico sulla concezione della natura come una foresta di simboli che sta al poeta saper interpretare e tradurre in versi. In Verga (https://library.weschool.com/corso/vita-dei-campi-novelle-rusticane-giovanni-verga-poetica-verismo-7593.html https://library.weschool.com/corso/malavoglia-mastro-don-gesualdo-giovanni-verga-poetica-verismo-7594.html) gli scenari prevalenti sono quelli della Sicilia rurale, come in “Jeli il pastore” ( https://library.weschool.com/lezione/verga-jeli-pastore-riassunto-e-commento-5136.html) o in “Rosso Malpelo” ( https://library.weschool.com/lezione/verga-rosso-malpelo-riassunto-e-commento-5142.html) ma raramente c’è sintonia tra questi spazi e i protagonisti principali. Il mondo che Verga descrive è anzi il più delle volte attraversato dalla “fiumana del progresso” e dalle logiche economiche che, come avviene nel microcosmo di Aci Trezza nei “Malavoglia” ( https://library.weschool.com/lezione/i-malavoglia-giovanni-verga-riassunto-capitoli-personaggi-padron-ntoni-11226.html), lasciano dietro di sé una marea di “vinti”. Spesso, per effetto della focalizzazione interna e della tecnica dell’indiretto libero ( https://library.weschool.com/lezione/giovanni-verga-riassunto-verismo-5333.html), la natura e lo spazio vengono visti e descritti con gli occhi dei personaggi. In Montale ( https://library.weschool.com/corso/poesie-eugenio-montale-ossi-di-seppia-i-limoni-meriggiare-pallido-e-assorto-3145.html) la situazione cambia ancora: il paesaggio ligure (soprattutto negli “Ossi di seppia”: https://library.weschool.com/lezione/ossi-di-seppia-di-eugenio-montale-riassunto-dei-temi-e-introduzione-alla-ra-3139.html) diventa una metafora del “male di vivere” montaliano, che rintraccia nel mondo esteriore i segni dell’assenza di risposte sul senso e il significato della nostra esistenza. Esempi di questa proiezione sull’esterno del proprio tormento interiore può essere sicuramente “Meriggiare pallido e assorto” ( https://library.weschool.com/lezione/meriggiare-pallido-e-assorto-spiegazione-1370.html) oppure “Spesso il male di vivere ho incontrato” ( https://library.weschool.com/lezione/eugenio-montale-spesso-il-male-di-vivere-parafrasi-analisi-del-testo-1371.html), dove la realtà, secondo la poetica del “correlativo oggettivo” ( https://library.weschool.com/definizione/correlativo-oggettivo.html), vuole evocare un particolare sentimento o stato d’animo. Spero di esserti stato d’aiuto, un saluto e in bocca al lupo! :)
Grazie infinitamente esame orale 30!! - Ema Manu 05 Luglio 2015