Interprete (in anticipo sulle principali correnti letterarie europee) del "male di vivere" novecentesco, Italo Svevo - pseudonimo letterario di Ettore Schmitz (1861-1928) - consegna tra Ottocento e Novecento un'analisi, ironica e penetrantissima, della crisi delle certezze dell'uomo contemporaneo e delle ipocrisie sotterranee della classe media. La diagnosi sveviana di una radicale malattia della volontà, che imprigiona i suoi personaggi all'interno di vicende al limite del paradossale, sarà uno dei lasciti più importanti a tutta la letteratura italiana dell'ultimo secolo.
Il corso, coordinato da Andrea Cortellessa, non presenta dunque solo il romanzo che assegnò la fama a Svevo (La coscienza di Zeno del 1923), ma ne ripercorre dettagliatamente la carriera, partendo dai primi romanzi (Una vita e Senilità) e focalizzando pure le radici del pensiero sveviano, contestualizzate all'interno del suo periodo storico.